Ancora una volta Mara Carfagna dimostra tutta la sua profondità politica e umana. È la voce più eccellente del centrodestra che si alza puntualmente per prendere le distanze dagli urli e dall’odio di Salvini e della Meloni. Sempre lei, solo lei, per ribadire che la destra non è soltanto quella roba là, ma è anche umanità, rispetto, serietà. E Mara Carfagna lo sa bene, tanto che in una usa intervista pubblicata da La Stampa emerge tutto il suo disappunto per la deriva che sta prendendo la situazione in Italia: “La politica deve porsi il problema di confinare in un angolo gli estremisti verbali: non ci si può proporre come forza di governo cavalcando le pulsioni dei leoni da tastiera. È il momento per la politica di decidere: metà Paese – famiglie, imprese, artigiani – rischia di non arrivare a fine anno, vogliamo tornare agli insulti o dare risposte agli italiani?”. Più chiaro di così.
Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, è stata intervistata dal quotidiano torinese dopo che ieri in Aula era intervenuta dallo scranno della presidenza a stigmatizzare le parole del deputato leghista Alessandro Pagano, che aveva dato della “neo-terrorista” alla volontaria italiana Silvia Romano, tornata nei giorni scorsi in patria dopo un anno e mezzo nelle mani dei suoi sequestratori in Africa. “Non è accettabile che si accusi di terrorismo una cittadina italiana che è stata prigioniera per 18 mesi di un gruppo di feroci criminali. Ancora meno accettabile è che questo avvenga nell’Aula della Camera. Sono intervenuta immediatamente nel ruolo di Vicepresidente per censurare le parole del collega della Lega, che considero inadeguate alla carica istituzionale che ricopre e riprovevoli sul piano umano”.
E poi aggiunge: “Ritengo che tutte le istituzioni nella situazione drammatica che vive il Paese debbano recuperare sobrietà e serietà. Gli italiani non sopportano più i teatrini. Il populismo avvelenato non serve più al Paese, ma nemmeno a chi lo pratica. Ho apprezzato molte voci da destra come quelle di Storace e Crosetto, ne servirebbero di più. L’Italia va tenuta insieme, non si possono aizzare i peggiori istinti. È inaudito – ha proseguito a proposito delle minacce subite da Silvia Romano – che una cittadina italiana, dopo un anno e mezzo di feroce prigionia, debba essere tutelata da atti violenti e provocatori nel suo stesso Paese”.
Al Governo, Mara Carfagna rimprovera però “una eccessiva spettacolarizzazione: Conte e Di Maio hanno trasformato la liberazione in un’occasione di propaganda. Anziché tutelare la vittima hanno tutelato i loro sondaggi”.
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