Mara Carfagna, deputata di Forza Italia e vicepresidente della Camera, intervista da Il Mattino va all’attacco senza usare mezzi termini: “Faccio parte degli ‘epurati’ di questa campagna, non mi hanno mai invitato a una sola manifestazione del partito a Napoli. Le pare che ascolterebbero un mio suggerimento? Piuttosto, mi aspetto almeno un accenno di autocritica: sarebbe più serio della ridicola e patetica arrampicata sugli specchi che vedo in questi giorni. Una classe dirigente degna di questo nome farebbe un’assunzione di responsabilità. Sarebbe utile per il futuro dei moderati italiani. E poi basta usare Berlusconi come alibi: lui è stato eroico come sempre”.
Continua Mara Carfagna: “Il dispiacere è tanto per chi come me per anni ha lottato per difendere la bandiera di Forza Italia e dei moderati italiani e poi si è preso le sberle in faccia solo perché non si rassegnava al declino e provava a indicare soluzioni. L’orgoglio di partito è stato scambiato per lesa maestà. Ma i numeri dimostrano quanto la gestione del partito in questi anni sia stata inadeguata”, aggiunge. E sul suo futuro, Mara Varfagna non ha dubbi: “Voglio dirlo con franchezza: penso di dovere e di poter dare un contributo a livello nazionale, anche per difendere e rappresentare le ragioni e gli interessi del Sud”.
In un altro passaggio Carfagna dichiara: “Oggi con l’arrivo dei fondi europei è ancor di più indispensabile presidiare questa partita. Moderati, cittadini meridionali, donne: in tanti soprattutto tra questi non trovano un’adeguata rappresentanza nelle istituzioni nazionali. Io voglio provarci”. In merito al partito analizza: “Forza Italia è un maratoneta che corre con cinquanta chili di zavorra sulla schiena. I nostri candidati sono stati quasi eroici in questa campagna elettorale: più di quel che hanno fatto, non potevano fare. Ma la zavorra ha pesato”.
Per zavorra, Mara Carfagna intende “una classe dirigente locale che si è giocata le elezioni come un regolamento di conti interno, avallato e spesso sollecitato da una classe dirigente nazionale preoccupata più di eliminare quelli che vengono considerati avversari interni scomodi che di far crescere Forza Italia. Il centrodestra, in tutte le sue componenti, è a un bivio. Può continuare a inseguire il progetto sovranista fondato sulla critica pregiudiziale all’Europa e il ‘no’ ai suoi aiuti oppure ammettere che il quinquennio d’oro del populismo è finito: porta ancora molti voti a Lega e FdI ma spaventa i moderati e quindi chiude la via del governo”.
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