Giorgia Meloni è una “donna pericolosissima” che “odora di fascio da un miglio” e che “fa paura”. Questo giudizio non proprio amichevole sul presidente del Consiglio non è uscito dalla bocca di un oppositore di sinistra del governo di centrodestra. E nemmeno da quella di un esponente dei centri sociali o delle Ong. A piazzare questo colpo basso contro la Meloni è invece chi meno te lo aspetti. Si tratta di Carlo Rossella, fedelissimo di Silvio Berlusconi da decenni e attualmente presidente di Medusa Film. La sua intervista al Fatto Quotidiano risulta indigesta per l’inquilina di Palazzo Chigi.
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Carlo Rossella affonda Giorgia Meloni
Nel corso della sua intervista al quotidiano diretto da Marco Travaglio, Carlo Rossella parla di “intossicazione meloniana”. Un veleno rappresentato da Giorgia Meloni che, a suo dire, “solo Silvio Berlusconi potrebbe togliere. Ma temo che viva già in un altro tempo, in un’altra condizione. Questa donna è pericolosissima. È una ducia, ha dentro di sé il seme della tirannia naturalmente aggiornato alle consuetudini di questa nostra fiacca modernità. Il suo obiettivo è sottomettere. Il suo cerchio magico è la famiglia e non va oltre i confini del piccolo lembo familista, il suo traguardo è fare un uso monocratico della delega popolare. Io sono sinceramente impaurito”.
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Secondo Carlo Rossella, “Berlusconi era ed è di un altro pianeta, di un altro spessore e un’altra fede democratica”. Giorgia Meloni invece “è fascista dentro. Ma la vede come sta stendendo la stampa, come sta ammutolendo le voci critiche? – sbotta con il giornalista che lo intervista – C’è una regressione, una facinorosità sconosciuta, un arraffa arraffa che avanza nel silenzio conformista e in questo tempo cloroformizzato. Ha visto come ha cacciato i presidenti di Inps e Inail? Vedrà quel che farà alla Rai”, avverte.
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“Ho conosciuto Gianfranco Fini, persona squisita. – Carlo Rossella affonda ancora il colpo contro Giorgia Meloni – Al mio telegiornale ho dato la responsabilità dei servizi notturni a Massimo Magliaro che veniva da Alleanza nazionale (d’altronde la notte è nera). Ma era un gentiluomo, mentre la premier odora di fascio da un miglio. Ha dei modi così poco raffinati, e un linguaggio intriso in un livore, un atteggiamento piuttosto plebeo e il desiderio di occupare ogni spazio”. Insomma, conclude, “è incommensurabile la distanza che separa Berlusconi da Meloni (e in tutta sincerità non credo che a lui questa leadership femminile garbi tanto). Il punto è che a Silvio non gliene frega più niente ormai. E allora amen. Però c’è la carta di riserva: gli italiani si stufano presto di ogni novità”.
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