Carola Rackete è di nuovo in Italia, dopo le feroci polemiche che l’avevano vista opposta all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Rientrata in Germania dopo essere stata interrogata dalla procura di Agrigento, la capitana della Sea Watch 3 è tornata nel Bel Paese per parlare con il pubblico nella Fondazione Feltrinelli di Milano, protagonista dell’incontro “Milano porto sicuro” organizzato da Pierfrancesco Majorino di Casa Comune. Un evento andato in scena quasi in segreto, su consiglio delle forze dell’ordine: Carola riceve infatti costantemente minacce da parte degli utenti italiani vicini alla Lega.
Carola, presente insieme agli esponenti di associazioni e organizzazioni che operano tra Lampedusa e Milano, ha parlato del suo libro, Il Mondo che Vogliamo, uscito per Garzanti lo scorso 4 novembre: “Non avevo mai pensato di diventare autrice. Poi ho pensato che potesse essere un’opportunità per divulgare quello che ho imparato durante le mie missioni in nave come ricercatrice ambientale e poterle connettere con l’esperienza con la Sea Watch. La domanda che muove tutto il libro è: perché le persone sono costrette a partire?”.
I ricavati dal libro sono devoluti a Borderline Europe, un’ong che si batte per un’Europa senza muri e senza barriere. “Tutto quello che facciamo influenza le persone da ogni parte del mondo. Una volta ho incontrato una donna del Kenya che aveva un figlio malato. Alla fine si è scoperto che era stato avvelenato dai rifiuti tossici che la Germania aveva portato lì ma che non aveva mai smaltito. Per cambiare il mondo è necessario cambiare il modo in cui si vive”.
Alla fine dell’incontro, a Carola è stato chiesto quali potrebbero essere delle soluzioni possibili da parte del mondo politico per cambiare lo status quo: “Bisogna aderire alle associazioni come quelle che ci sono qui oggi. Fare qualcosa localmente. La cosa importante è incontrarsi e abituarsi a stare insieme”.
Calenda fonda Azione, il suo nuovo partito, e lancia la sfida: “Punto al 10%”