Alla fine l’ha spuntata Salvini, riuscito a trasformare in realtà un suo vecchio chiodo fisso: sostituire la dicitura “genitore” sulla carta d’identità dei minorenni, troppo generica per il leader della Lega, con quella di “padre” e “madre”, rimarcando così l’esistenza di quella famiglia tradizionale difesa anche nei giorni scorsi al discusso Congresso per le Famiglie di Verona. Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L’idea era stata avanzata dal ministro dell’Interno già la scorsa estate, sollevando però all’epoca parecchie perplessità.
Il Garante della Privacy, Antonello Soro, aveva dato in quell’occasione parere negativo, sostenendo che la riforma sarebbe stata discriminatoria per i genitori dello stesso sesso. Parole cadute a quanto pare nel vuoto. La decisione di Salvini non è però piaciuta a tanti utenti, che hanno protestato ferocemente sui social. Anche perché accompagnata da una seconda notizia, annunciata quasi in contemporanea: l’abolizione dei bonus baby sitter e asilo nido.
Si tratta di 600 euro mensili per un massimo di sei mesi per pagare la baby sitter o l’asilo nido: un aiuto che l’ultima legge di Bilancio ha abolito e di cui le famiglie non potranno più usufruire. Il contributo era valido per chi decideva di rinunciare al congedo parentale ed era diverso dal classico bonus nido che rimane invece in vigore per il 2019 ed è valido per i neo-genitori indipendentemente dal congedo.
Scontata, allora, la domanda che diversi utenti si stanno facendo in queste ore sui social: “Ma davvero la priorità di questo Paese è cambiare la carta d’identità dei minorenni invece che aiutare le famiglie in difficoltà?”. Salvini, in particolare, è finito stavolta nel mirino: “Difendiamo a parole la famiglia tradizionale, quella con mamma e papà. Poi, però, le togliamo i soldi. Tutti molto logico”.
Un’Italia che non può spendere: l’allarme Istat, in calo il reddito delle famiglie