Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire. Finalmente lo Stato ha fatto valere le sue ragioni nei confronti di CasaPound che per anni ha occupato abusivamente uno straordinario bene immobile appartenente all’Italia. “Dovete lasciare lo stabile”. Una comunicazione che sembra non lasciare spazio a dubbi tanto da far dire in un tweet al vice ministro dell’economia e delle Finanze, Laura Castelli, di aver “appena saputo che è stato ordinato lo sgombero da Via Napoleone III a Casapound. Ci lavoriamo da tanto, finalmente si ristabilisce la legalità”. Una notizia che anche la sindaca di Roma Virginia Raggi commenta così: “Finalmente qualcosa si muove sullo sgombero del palazzo occupato abusivamente da Casapound in centro a Roma”.
Tutto ok, quindi? Si procederà immediatamente? Non proprio…. La strada dello sgombero, infatti, non sarà semplicissima. Come spiega HuffingtonPost, il responsabile romano del movimento di estrema destra, Davide Di Stefano, ha subito replicato di aver partecipato “solo a un incontro sulla richiesta di sgombero che si è svolto in questura con una rappresentanza di Casapound”. Insomma quella di oggi potrebbe rappresentare una giornata decisiva per quella che nella capitale è ritenuta una delle occupazioni storiche. Proprio nei giorni scorsi la sindaca aveva preso carta e penna e inviato due lettere al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell’Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia.
Si trattava appunto della “storica” sede di via Napoleone III, nel cuore del quartiere Esquilino, e di una nuova occupazione di un complesso edilizio di Ostia, in via delle Baleniere, gestita da un’associazione spalleggiata da Casapound Italia. Al Ministero dell’Economia, proprietario dell’edificio all’Esquilino, la sindaca aveva chiesto lumi circa l’iter di sgombero dell’immobile “occupato illegalmente da 15 anni”. A Guerini la prima cittadina ha chiesto “di ripristinare la legalità negli immobili di Ostia” di proprietà dell’Aeronautica Militare.
Contro la sede di Casapound è in piedi una procedura di sgombero avviata lo scorso 19 luglio dal Demanio, accompagnata da una denuncia alla procura di Roma. La Corte dei Conti ha calcolato un danno erariale di 4,6 milioni per omessa disponibilità del bene e mancata riscossione dei canoni da parte del Demanio stesso e del Miur.
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