Il Caso Alfano è una bomba ad orologeria che potrebbe scoppiare da un momento all’altro tra i banchi del governo. Il crollo nelle elezioni amministrative, la direzione del Pd, il passo indietro sull’Italicum e l’imminente referendum costituzionale rischiamo di mettere a dura prova la tenuta il governo Renzi.
Caso Alfano: l’inchiesta Labirinto
Mai come oggi l’idea di tornare alle elezioni anticipate (anticipate anche rispetto al referendum di ottobre) pare infatti realistica. A far traballare l’esecutivo è l’inchiesta Labirinto che coinvolge il padre e il fratello di Angelino Alfano.
Il ministro dell’Interno non è indagato nell’inchiesta, ma c’è chi per quella tanto decantata “opportunità politica” ne chiede comunque lo scalpo. Il titolare del Viminale non molla, ma il suo partito sembra sempre più propenso ad uscire dal governo prestandogli tutt’al più un supporto esterno: Alfano o non Alfano, il Nuovo Centrodestra ritiene che non ci siano più le condizioni per proseguire dentro un governo a maggioranza Pd.
Caso Alfano: la ritirata dei Verdiniani e la coltellata della minoranza dem
Anche i verdiani del gruppo Ala sembrerebbero ora più timidi verso Renzi, e la sinistra dem, si sa, del governo a guida rottamatore non ne è mai stata entusiasta. I numeri, insomma, stanno venendo a mancare e ora l’esecutivo è a un bivio: indiscrezioni di palazzo affermano che Matteo Renzi starebbe puntando allo scioglimento della compagine di governo con tanto di richiesta di elezioni anticipate.
Se ci sarà o meno crisi di governo è ancora tutta da vedere, anche se pare che la rivolta dei malpancisti, qualora dovesse esserci, la si avrà nella votazione del bilancio degli Enti Locali: sarà a quel punto che una mancata approvazione del testo aprirà ufficialmente le porte a una crisi di sistema.
Brunello Colli