Ed ecco qua che il caso Conte-Carige si arricchisce di un altro “succulento” dettaglio. “Nessun conflitto di interessi, diretto o indiretto” per la questione Carige, assicurano continuamente lui, i 5Stelle e i fedelissimi. Ma ora risulta che a fine dicembre sono partite tre telefonate da Palazzo Chigi ai Malacalza: è la prova di un coinvolgimento del permier nello scandalo bancario che ha investito Carige? Come racconta Repubblica, infatti, a fine dicembre – poco prima che la banca di Genova venisse commissariata dalla Bce – ci sarebbero state almeno tre chiamate tra Palazzo Chigi e la famiglia Malacalza.
Del resto, ricorda il quotidiano, il presidente del consiglio “di quella storia conosceva molte più cose e soprattutto molte più persone di quanto si potesse pensare”. Come Raffaele Mincione, finanziere di lungo corso, consigliere di amministrazione e principale avversario dei Malacalza per il controllo dell’istituto. Ma anche il suo avvocato, il professor Guido Alpa.
Dei rapporti tra Conte e Guido Alpa si è detto a lungo, ed è bene che non dimenticarsene trattando questa questione. I primi contatti tra Conte e Carige sarebbero avvenuti a ridosso dell’assemblea dei soci del 22 dicembre. Assemblea che doveva decidere sull’aumento di capitale da 400 milioni auspicato dall’ad Pietro Modiano (e da Mincione), ma osteggiato dalla Malacalza Investimenti. Lo stesso Modiano avrebbe più volte incontrato Conte in quei giorni.
Difficile sapere cosa abbia detto il premier in quelle telefonate. Fosse stato Renzi, probabilmente già lo sapremmo, visto che i servizi segreti spiavano il premier per produrre prove false, come è poi emerso nel caso Consip. Il contenuto delle telefonate di Conte, però, per ora resta segreto. Ma pare che questi contatti abbiano creato qualche stupore negli ambienti finanziari.
“Tanto più che questo è avvenuto con un atto di natura informale indirizzato ad una sola delle parti in causa, prefigurando dunque una fastidiosa asimmetria dal punto di vista informativo”, sibila qualcuno. Non è chiaro quale sia stato il ruolo di Conte nella vicenda. Ma Repubblica documenta i collegamenti tra lui e Mincione.
Soprattutto attraverso il suo avvocato, il professor Alpa, con il quale il premier aveva condiviso studio e difese di clienti importanti. Fino a un parere pro veritate a favore di Mincione firmato da Conte stesso il 14 maggio scorso. Pochi giorni prima che venisse chiamato a fare il premier. Da Palazzo Chigi smentiscono tutto. Ma i sospetti su un possibile conflitto di interesse restano…
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