Il Movimento 5Stelle “salverà” Salvini per il caso Diciotti. Oggi e domani si discute, poi già martedì, al massimo mercoledì il voto. Il dado per Luigi Di Maio è tratto: M5s voterà No all’autorizzazione a procedere e vuole archiviare la pratica al più presto possibile. Mario Giarrusso, unico dei componenti stellati alla seconda legislatura, un passato intransigente, barricadero, sostanzialmente giustizialista, a chi gli domanda se la base del Movimento 5 stelle capirebbe un ‘No’ all’autorizzazione a procedere, replica serafico: “Gli attivisti sono con noi. E gli attivisti capiscono, capiscono…”.
Urraro gli fa eco: “Si sta dispiegando un interesse pubblico evidente”. C’è poco da aggiungere. Se non che la decisione è tutt’altro che pacifica, e investe con violenza quella parte di gruppo (il pallottoliere oscilla tra i dieci e i quindici senatori) che non vuole sentir parlare di votare No a un’autorizzazione a procedere.
“Nemmeno se mi ricoprono d’oro lo faccio”, sbotta un senatore a due passi da Palazzo Madama. “E non sono il solo sai, ricordatelo bene”, aggiunge alterato. Di Maio lo sa, lo ha messo in conto. E si muove con estrema prudenza. Al punto che nella seduta pomeridiana della Giunta nessuno dei pentastellati proferisce verbo. Carte coperte, attesa totale. La costruzione della strada verso il No prevede che le carte non vengano scoperte fino all’ultimo.
L’invio delle memorie del capo politico e di Giuseppe Conte alla procura di Catania ha per un attimo aperto alla possibilità di sospendere l’iter e aspettare nuove eventuali determinazioni del tribunale dei ministri. Ma il rischio di vedersi recapitare un nuovo plico a ridosso delle Europee ha sconsigliato di imboccare quella strada, se pur fosse stato tecnicamente possibile. Levarsi il dente al massimo il 22 marzo, con due mesi di rumore assordante da campagna elettorale a far dimenticare l’accaduto, è stata considerata come la miglior strategia di contenimento dei danni.
“Ma poi i nostri se se ne vanno si spostano a destra – dice un sostenitore fautore del No – non avremo grandi ripercussioni”. Anche per questo è probabile si proceda con un voto-ratifica sul blog, forse all’inizio della prossima settimana. Contenere i danni da un lato, ristrutturare il Movimento dall’altro. Lunedì sera il leader ha convocato un’assemblea congiunta dei parlamentari. All’ordine del giorno l’analisi del voto d’Abruzzo. E la nuova organizzazione territoriale dall’altro.
In fase di gestazione, ma che prevede apertura ad alleanze con liste civiche e una gerarchia locale (Regioni, Province, Comuni) per governare le istanze che provengono dal territorio e che troppo spesso vengono scaricate su Roma, obbligandola a decisioni dall’alto mal digerite dagli uni e dagli altri. Il primo passo di una strategia di rilancio e di stravolgimento del Movimento.
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