Il Senato salva Salvini respingendo l’autorizzazione a procedere contro il ministro accusato di sequestro di persona aggravato per il caso relativo alla nave Diciotti. I No sono stati 232. Anche se i risultati sono parziali, perché si potrà votare fino alle 19, il quorum è già stato ampiamente superato. Lega e M5s, quest’ultimo con l’eccezione di qualche dissidente, si sono tutti schierati per il No. E hanno potuto contare anche sui voti di Forza Italia. “Amo la patria, i miei figli e il mio lavoro, mi ritengo un ragazzo fortunato. Ringrazio il buon Dio e gli italiani per l’opportunità di svolgere il mio lavoro con orgoglio e comunque votiate continuerò a svolgere il mio lavoro senza paura, altrimenti ne farei un altro”.
Con queste parole Matteo Salvini conclude il suo intervento difensivo di fronte all’aula del Senato, chiamata a decidere in merito all’autorizzazione a procedere nei suoi confronti per il caso Diciotti e lo fa parlando dai banchi di senatore e non di ministro.
E aggiunge: “Soccorriamo tutti, non sarò mai il ministro che lascia morire una persona nel mare Mediterraneo senza muovere un dito”. Poi ringrazia il M5s – unico passaggio applaudito dai Cinquestelle – precisando al tempo stesso le responsabilità dell’alleato: “Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell’immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente”.
Forse si riferiva la suo salvataggio, però… Che si è fatto in due. E conclude: “Per andare a processo dovrei dire una bugia”, relativamente al fatto di non aver agito per interesse nazionale. Il No all’autorizzazione in Aula, sostenuto ufficialmente dai 5Stelle dopo il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, è sulla stessa linea della giunta per le immunità.
Come annunciato, le senatrici M5s, Elena Fattori e Paola Nugnes hanno votato Sì all’autorizzazione a procedere per Salvini. Per questo saranno “immediatamente deferite ai probiviri ed espulse” fanno sapere i vertici del Movimento. “Sarò deferita ai probiviri, come giustamente vuole il codice di comportamento 5Stelle. Ma io questo processo lo affronterò con la testa alta e la schiena dritta”, ha detto Fattori nel suo intervento in aula.
Allo stesso modo Nugnes nella sua dichiarazione di voto ha affermato: “A mio giudizio, no: non c’era un interesse preminente dello Stato” da difendere sul caso Diciotti. Ad aggiungere tensione nella maggioranza il voto di sfiducia sul ministro del Trasporti Danilo Toninelli previsto giovedì sempre in Senato: l’opposizione grida allo scambio di favori. Per l’ennesima volta. E almeno questo, ormai, è palese per tutti.
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