Michele Santoro torna a parlare (e a scrivere) e lo fa scagliandosi duramente contro Matteo Salvini. Il suo editoriale è un vero affondo. “Di fronte al mondo civile mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di avere un Ministro dell’Interno che si chiama Matteo Salvini”. Comincia così il durissimo articolo di Michele Santoro, comparso sul suo sito. “Arrestate lui”, è il titolo.
Il giornalista interviene sul caso della nave Mare Jonio, posta ieri sotto sequestro probatorio dalla Guardia di finanza, scagliandosi in particolare contro le richieste di arresto avanzate da Matteo Salvini. “Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini…”.
“Chi sbaglia paga – aveva detto Salvini, intervistato da Radio Radio -. Ignorate le indicazioni della Guardia costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada”.
“Non è il ministro della sicurezza, è il ministro della guerra civile”, scrive Santoro riferendosi a Salvini. Il giornalista ha pubblicato un editoriale breve in cui accusa il vicepremier di aver trasformato il Viminale “che dovrebbe essere la casa sicura di tutti, in un’agenzia di pubblicità al servizio di un partito”.
Salvini, secondo Santoro, “trattiene impunemente gente inerme in ostaggio, si sostituisce ai magistrati nell’indicare reati, celebra processi sommari pronunciando a mezzo stampa sentenze che prevedono il carcere per chi non condivide la sua disumanità”.
Azioni che lo rendono “un pericolo per la nostra democrazia”, e che Michele Santoro non è più disposto a sopportare o sottovalutare. Il caso della nave Mare Jonio, intanto, continua a tenere alta la tensione soprattutto nelle file del governo, con un altro confronto-scontro tra gli alleati di Lega e Movimento 5Stelle.
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