Molto duro l’intervento di poco fa al Senato da parte di Matteo Renzi, leader di Italia viva, che ha interrogato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “Noi non vogliamo parlare dell’inchiesta sulla fondazione Open. L’interrogazione non riguarda noi, ma chiunque ci segue da casa. C’è stata un’ordinanza della Cassazione che ha annullato senza rinvio il sequestro nei confronti di un indagato, Marco Carrai” .
Renzi chiede il dissequestro del materiale “senza trattenimento” di copia degli atti. Ma “il pm ha scelto di prendere il materiale e di mandarlo al Copasir. Indipendemente dal caso la domanda è se il ministro sia a conoscenza del caso e quali provvedimenti intenda prendere”.
Perché, conclude il senatore: “Questo atto o è eversivo o è anarchico o è un atto di cialtronaggine da parte del Pm. Delle tre io quest’ultima la escludo”.
Questa è l’ennesima puntata della telenovela di Open, l’inchiesta che ha riguardato l’omonima fondazione, nata nel 2012 con il nome originario di Big Bang e usata come strumento per finanziare la “Leopolda” di Firenze, che ha sostenuto da sempre l’ascesa di Matteo Renzi.
Nei suoi sei anni di vita, la fondazione ha gestito circa 6 milioni di euro, più della metà dei quali, secondo la procura di Firenze, sarebbero stati usati per sostenere l’attività politica della corrente renziana del Partito democratico, e questo era un impiego incompatibile con le attività di una fondazione.
La questione non si è ancora definitivamente conclusa.