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Caso Santanché: faceva così dal 2016

Sul Caso Santanché, ipotesi di falso in bilancio dal 2016. E gli alleati chiamano in Aula a spiegare. “Se me lo chiedono, ci vado”, risponde la ministra del Turismo. Scaricata da Lega e Forza Italia. L’Alleanza Verdi-Sinistra italiana pubblica una petizione online e raggiunge dodicimila iscrizioni in poche ore. La procura di Milano conduce un’inchiesta sul ministro del Turismo, la senatrice Daniela Santanché, a partire dal novembre 2022. La presentazione di bilanci inattendibili riguarda l’emersione di un dissesto patrimoniale significativo in Visibilia Editrice srl, come evidente al 30 giugno 2022. Non è necessario fare supposizioni per comprendere che l’inchiesta potrebbe giungere a una conclusione nelle prossime settimane, spiega Repubblica. Si ipotizza che Santanché possa essere accusata di falso in bilancio riguardo alle comunicazioni finanziarie tra il 2016 e il 2020 di Visibilia Editore spa, di cui è stata presidente fino al 13 gennaio, prima di cedere le sue quote.
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Daniela Santanché

La procura sul caso Santanché: “ipotesi di falso in bilancio dal 2016”

Così la procura sul caso Santanché: ipotesi di falso in bilancio dal 2016. I partiti la scaricano. Intanto l’Alleanza Verdi-Sinistra italiana ha lanciato una petizione online per chiedere le sue dimissioni. Boom di sottoscrizioni: dodicimila firme in poche ore. L’obiettivo, fanno sapere Bonelli e Fratoianni in una nota congiunta, è quello di raggiungere le centomila sottoscrizioni. Secondo il testo della petizione, le condotte emerse dalle inchieste giornalistiche non sono compatibili con il ruolo di ministro della Repubblica e si chiede alle dimissioni di Santanchè. Le firme raccolte verranno consegnate sia all’interessata che alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
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Le considerazioni dei pubblici ministeri sono depositate durante udienze civili collegate, il 25 gennaio e il 3 maggio. Le osservazioni sono state presentate dal docente della Bocconi, Nicola Pecchiari, su incarico dei pm Laura Pedio e Maria Gravina. Secondo tali considerazioni, i presupposti per una valutazione completa dell’avviamento di 3,8 milioni erano già evidenti entro il 31 dicembre 2016. Tuttavia, la società ha evitato tale valutazione basandosi su un “impairment test” fondato su un piano industriale irrealistico, senza considerare che già a partire dal 2014 i dati previsionali non venivano rispettati, e che i bilanci dei tre anni successivi manifestavano chiaramente una crisi strutturale di redditività operativa.

Sembra dunque vicino l’arrivo di un avviso di conclusione delle indagini per falso in bilancio. La situazione sembra diversa per i ricorsi alla sezione fallimentare del Tribunale la “liquidazione giudiziale”. Durante una serie di udienze civili in corso, compresa una programmata per il prossimo mercoledì, Santanché ha spiegato di aver trovato consistenti iniezioni di capitali che, insieme ai piani di rientro proposti all’Agenzia delle Entrate, fanno presagire che le società eviteranno il fallimento, e quindi Santanché eviterà l’accusa di bancarotta.

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