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Caso Segre-Seymandi, l’imprenditrice a Rete 4: “Quell’anello già sparito e la vendetta premeditata”

Seymandi-Segre, la lettera dell’imprenditrice a Rete 4. “Dopo giornate di disagio che mi hanno molto provata”, scrive Cristina Seymandi alla rete Mediaset, accostandosi a “un autentico femminicidio mediatico”. Con il suo avvocato Claudio Strata sta valutando la praticabilità di un’azione legale, che resta “un’opzione aperta”, raccogliendo anche nuovi elementi. E prima di partire all’alba per la vacanza in Vietnam, ha deciso di rispondere alla lunga lettera che Segre ha inviato a La Stampa con un memoriale affidato a Rete 4.
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Cristina Seymandi-Segre, lettera a Rete 4

Risposta di Seymandi a Segre, lettera a Rete 4. Seymandi suggerisce che dietro le quinte ci siano state persone che hanno pianificato un sabotaggio nei confronti del suo matrimonio. Afferma che nella lettera di Segre, la sua vita e il suo passato insieme vengono messi in primo piano, accanto alla pubblicità per le imprese del suo ex compagno. Seymandi osserva che Segre si concentra molto su di sé e sostiene che “non vi è violenza nell’affermare la verità pubblicamente”, facendo riferimento alla decisione di rendere pubblica la loro situazione privata.
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La sua riflessione si basa su una prospettiva psicologica. Seymandi commenta il riferimento di Segre all’anello di fidanzamento. Per lei era un oggetto molto caro. Questo è misteriosamente scomparso da casa due settimane prima. Seymandi sospetta che ci fosse una pianificazione dettagliata e perversa dietro questa situazione. L’imprenditrice commenta il concetto di amore. “Dovrebbe essere una splendida esclusiva” secondo Segre, ma preferisce non soffermarsi su questo aspetto. Sottolinea che lei non si sente in diritto di giudicare gli errori degli altri in modo definitivo e drastico, a differenza di quanto sembra fare il suo ormai ex compagno.
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“Esempio emblematico di relazioni tossiche”

Seymandi pensa che la sua esperienza possa diventare un esempio emblematico di relazioni tossiche. Si rivolge agli uomini e alle donne che potrebbero trovarsi nella situazione di divulgare informazioni private di una persona, sottolineando che questa azione può causare umiliazione e violenza psicologica. Inoltre, Seymandi affronta la questione delle reazioni alla sua situazione. Riflette su come, nonostante sia emotivamente risolta e professionalmente affermata, ha affrontato messaggi violenti e insulti da parte di persone, incluso quello che descrive come una mascolinità tossica. Considera le conseguenze potenziali di situazioni simili per persone più fragili emotivamente.
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Seymandi rivolge un’ultima critica a Segre, affermando che la sua narrazione si concentra su di sé, mentre lei ritiene importante considerare l’impatto su coloro che sono coinvolti, inclusi i figli, e la necessità di una regolamentazione più rigorosa nell’uso dei social media, come ha sottolineato il Garante della Privacy.
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