Saranno pure “bruscolini” per un colosso come Bayer/Monsanto eppure i 2,25 miliardi di dollari, che è stata condannata a pagare dal Tribunale di Philadelphia, rappresentano solo l’ennesima maxi-sanzione legata al suo diserbante fogliare “Roundup” a base di glifosato. Il Roundup provoca il cancro: è cosa oramai arcinota: già una corte del Missouri, nel novembre 2023, ha condannato la mega corporation a pagare 1,56 miliardi di dollari, a seguito della causa mossa da tre agricoltori, Valorie Gunther, Jimmy Draeger e Daniel Anderson: tutti e tre ammalatisi di linfoma non-Hodgkin dopo l’uso frequente del diserbante al glifosato. In realtà, sono addirittura nell’ordine delle decine di migliaia le azioni legali intentate dagli agricoltori, nei soli Stati Uniti, contro Bayer sul glifosato, e già nel 2020 la multinazionale aveva risolto la maggior parte dei casi di Roundup allora pendenti per un importo massimo di un miliardo di dollari. (Continua a leggere dopo la foto)
La multa record, l’ennesima
Ma torniamo all’ultima maximulta, quella da 2,25 miliardi di dollari. I giurati del tribunale civile della principale città della Pennsylvania hanno assegnato all’agricoltore che aveva presentato la denuncia 2 miliardi di dollari di danni e 250 milioni di dollari di danni compensativi. L’uomo sostiene, come apprendiamo da Bloomberg, che il suo linfoma non-Hodgkin, un cancro del sistema linfatico, ovvero lo stesso al centro della multa di novembre, fosse legato all’uso del Roundup. Il glifosato, l’erbicida di maggiore impiego al mondo, si è diffuso anche grazie alla sua enorme convenienza: nel 1973 l’utilizzo per ettaro aveva un costo di circa 300 euro, al cambio attuale; oggi è crollato a soli 7 euro. La Bayer, gigante chimico-farmaceutico tedesco, ha acquistato Monsanto, regina dell’agroindustria, nel 2018 per 63 miliardi di dollari, rafforzando l’oligopolio in entrambi i settori. Nel 2015, il glifosato è stato classificato come “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità. In laboratorio è stato ampiamente dimostrato che tale sostanza presente nel diserbante può provocare stress ossidativo e danni genetici. (Continua a leggere dopo la foto)
E l’Ue lo rinnova: nessuna “preoccupazione critica”
Al netto di tutto ciò, anche se non ci stupisce, occorre doverosamente ricordare che l’Unione europea, contraddicendo la sua stessa crociata “green”, ha rinnovato per altri dieci anni l’autorizzazione per la vendita e l’utilizzo di prodotti a base di glifosato nei Paesi membri, non avendo individuato alcuna “area critica di preoccupazione” per l’uomo, gli animali o l’ambiente. Infine, facciamo un passo indietro e torniamo al 2017, allorché vennero rilasciati i cosiddetti Monsanto Papers, da cui emergeva come la multinazionale, poi acquisita dalla Bayer, avesse interferito sugli studi finalizzati a promuovere la sicurezza del glifosato stesso. Non tenendo conto di tutto quanto scritto sinora – smentendo tanto lo Iarc quanto l’Oms – l’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti (Efsa), nel mese di novembre 2023, ha dato il suo parere positivo al rinnovo della concessione, assicurando che l’uso della sostanza non solleva “preoccupazioni critiche”.