Che all’interno della Lega ci siano posizioni molto divergenti in merito alla legge Zan approvata a novembre 2020 dalla Camera non lo scopriamo certo oggi, con tanto di posizioni sparse assunte dagli esponenti del Carroccio negli ultimi mesi che hanno scatenato polemiche e una buona dose di imbarazzo. Con il partito che, nel frattempo, continua con l’ostruzionismo verso un testo che Pd e M5S chiedono invece di discutere in assemblea il prima possibile. E con qualche chicca niente male, come la recente presa di posizione del consigliere regionale umbro Daniele Carissimi.
Per bloccare una legge a suo dire ingiusta, Carissimi è arrivato addirittura a lanciarsi in un post su Facebook in cui chiede l’interveno della Madonna (sì, avete capito bene) onde evitare che il testo possa essere approvato. Un messaggio che non è passato inosservato, nel quale si legge: “Maggio è il mese mariano e alla Madonna rivolgo la mia richiesta di aiuto contro l’aberrazione del Ddl Zan”. A seguire il testo dell’Ave Maria e un invito a “pregare per salvaguardare i fondamentali della nostra società naturale che difenderò fintanto che avrò forza di respirare”.
Carissimi ha poi denunciato di aver ricevuto insulti e attacchi dopo la pubblicazione del post: “Siamo sicuri che a essere discriminata non sia la libertà di espressione? Mi si inveisce contro con migliaia di commenti appellandomi come nuovo Savonarola, auspicando che io possa essere destinatario, nel migliore dei casi, di trattamenti sanitari obbligatori e mi si augura ogni male. Questo solo perché in un post sul mio profilo personale, ho rivolto la mia preghiera a colei che rappresenta, nelle mie convinzioni , il simbolo santo della generazione, della misericordia e della maternità, nella nostra cultura cattolica, affinché venga difeso il diritto di tutti di esprimere le proprie opinioni che il ddl Zan, a mio avviso, minaccia”.
Le Lega continua a puntare il dito contro la Legge Zan perché la ritiene pericolosa per la libertà di opinione. All’interno del testo, in realtà, si modificano gli articoli 604 bis e 604 ter del Codice penale introducendo sanzioni per chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”, per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi e per chi partecipa o assiste organizzazioni che hanno tra le loro finalità l’incitamento alla discriminazione o alla violenza sempre per tali motivi.
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