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C’è un “killer silenzioso” negli ospedali italiani: “70.000 morti all’anno”. Cosa rivela l’ultimo rapporto e quali sono le cause

In un’Italia già segnata dai tagli alla sanità, emerge un dato che fa tremare: oltre quattro milioni di pazienti ogni anno contraggono infezioni durante il ricovero ospedaliero nell’Unione Europea. L’Italia si distingue tristemente per essere tra i peggiori in questa classifica, seconda solo al Portogallo.

La drammatica realtà italiana

Nel periodo 2022-2023, circa 430 mila italiani hanno contratto infezioni durante la degenza ospedaliera. Di questi, 70 mila sono morti per sepsi nel 2020, una cifra che corrisponde a 200 decessi al giorno. Questi numeri confermano l’Italia come il paese con il più alto tasso di mortalità per infezioni ospedaliere in Europa.

Le infezioni più comuni sono quelle del tratto respiratorio, seguite da quelle urinarie, del sito chirurgico, del flusso sanguigno e gastrointestinali. Secondo gli esperti, il 20% di queste infezioni potrebbe essere prevenuto con semplici interventi come il lavaggio delle mani, oltre a misure più complesse come l’aumento delle camere singole e del personale specializzato.

Un altro dato allarmante riguarda l’uso degli antibiotici negli ospedali italiani, che si attesta al 44,7%, ben al di sopra della media europea del 33,7%. L’uso eccessivo di antibiotici contribuisce a sviluppare resistenze, complicando ulteriormente la gestione delle infezioni.

Le parole dell’ECDC

Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), sottolinea l’urgenza della situazione: “Le infezioni ospedaliere rappresentano una sfida significativa per la sicurezza dei pazienti. Questi numeri evidenziano l’urgente necessità di ulteriori azioni per mitigare questa minaccia.”

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