Fumata nera più che probabile anche nella quarta votazione per la presidenza della Repubblica. Dopo una nottata e una mattinata trascorse tra frenetiche trattative e abboccamenti reciproci, sia il centrodestra che il centrosinistra si ritrovano senza un candidato condiviso da mandare al Quirinale. Il Pd ha fatto trapelare che anche oggi voterà scheda bianca. Stesso discorso per il centrodestra che, però, fino a qualche ora fa sembrava avere in mano il pallino delle trattative. Difficile ora vedere un esponente di quell’area salire al Colle al posto di Sergio Mattarella.
“Il centrodestra ha deciso di proporre la disponibilità a votare un nome di alto valore istituzionale. – così si legge in una nota pubblicata al termine della riunione di coalizione avvenuta questa mattina – Per consentire ai grandi elettori di tutti i gruppi di superare veti e contrapposizioni e convergere per dare all’Italia un nuovo presidente della Repubblica. La coalizione ha deciso di dichiarare il proprio voto di astensione nel voto odierno. Il centrodestra è pronto a chiedere di procedere domani con la doppia votazione”.
Dunque, dopo tanta agitazione da parte di Matteo Salvini, che ha assunto il ruolo di king maker a destra dopo il ricovero di Silvio Berlusconi al San Raffaele per accertamenti, il centrodestra sembra finito nel pantano. La rosa di nomi che comprendeva Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti, sembra definitivamente finita in un cassetto. Stesso destino, a quanto pare, per l’ipotesi Franco Frattini e per quella, inizialmente più gettonata, del presidente del Senato Elisabetta Casellati.
Il centrodestra dunque, più ancora del centrosinistra, sembra ora brancolare nel buio. Tanto da vedersi costretto a rendersi disponibile a convergere su “un nome di alto valore istituzionale” che non provenga per forza da quell’area di riferimento. Tornano allora prepotentemente in campo i nomi di Sergio Mattarella e Mario Draghi?
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