La tregua politica comincia a vacillare. Con Salvini, Berlusconi e Meloni sul piede di guerra rischia di finire quell’unità politica nazionale che si era compattata attorno all’emergenza coronavirus. Il centrodestra infatti sale sulle barricate e minaccia di bocciare il decreto Cura Italia con le misure economiche anti-Coronavirus. La Lega punta i piedi e chiede: “Conte venga in Aula”. Il premier ha convocato a Palazzo Chigi i capi delegazione, Di Maio, Gualtieri, i sottosegretari al Mef, per capire come andare avanti e dare attuazione alle misure in tempi rapidi, mentre già si lavora al successivo decreto economico e si prepara una nuova stretta, con proroga, delle misure anti-contagio.
Ma il clima politico si fa rovente. Come racconta Repubblica, l’opposizione della Lega blocca il tentativo della maggioranza di limitare al massimo le sedute parlamentari: per varare il maxi decreto, che è già lungo 126 articoli ma assorbirà anche gli altri decreti finora approvati dal governo, dovranno riunirsi tutte le commissioni e dare i pareri. “Incredibile! La Lega in Senato fa ostruzionismo sul decreto per affrontare la crisi economica! Vi prego ripensateci, l’Italia ha bisogno di aiuto subito”, tuona il Pd attraverso le parole del vicesegretario Andrea Orlando.
Si legge su Repubblica: “Dopo una riunione dei capigruppo fiume e a tratti assai tesa, con urla che si sentono nei corridoi di un Palazzo Madama deserto, arriva la decisione che per giorni aveva tenuto banco nei dibattiti parlamentari: nessuna deroga alle regole, per votare il Cura Italia si riuniranno tutte le commissioni e poi, naturalmente, l’Aula. Forte era la spinta, soprattutto di una parte della maggioranza, perché si valutassero forme di voto a distanza. La maggioranza proponeva di far lavorare solo la commissione Bilancio e poi decidere delle misure precauzionali per l’Aula”.
Ma il centrodestra, Lega in testa, si oppone. Un “ostruzionismo deleterio e inutile”, lamenta dal Pd Andrea Marcucci. E dà voce ai tanti parlamentari preoccupati dai rischi di contagio. Nel merito, sia Matteo Salvini che Silvio Berlusconi si mettono di traverso. Bocciano le misure del Cura Italia, chiedono modifiche per votare il testo e la Lega non esclude di rivolgersi al Quirinale. “Collaborativi sì ma non complici”, dicono dalla Lega. Ma intanto Conte si preoccupa di dare attuazione a norme molto attese dagli italiani: ne parla con i capi delegazione e i sottosegretari a palazzo Chigi. Agire in fretta è un imperativo. E l’unità nazionale – a livello politico – irresponsabilmente è durata troppo poco.
Ti potrebbe interessare anche: Piero, malato di sla, dona il suo ventilatore polmonare di riserva all’ospedale