Le elezioni Comunali non sono andate bene per il centrodestra. Anzi, la coalizione guidata da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi rischia di non conquistare nemmeno una grande città. A Milano, Bologna e Napoli i giochi sembrano ormai fatti. Con i candidati di centrosinistra saldamente oltre il 50%. Probabile ballottaggio a Torino e quasi certo a Roma. Sia nel capoluogo sabaudo che nella Capitale, però, il secondo turno rischia di trasformarsi in una disfatta per il centrodestra. Il primo a commentare la sconfitta elettorale è Matteo Salvini che apre, di fatto, un processo politico nella coalizione.
Sono circa le 17:15 di lunedì 4 ottobre quando Matteo Salvini decide di commentare i risultati delle elezioni Comunali, se pur ancora parziali. “Sono abituato a metterci la faccia”, mette subito le mani avanti il leader leghista. Il primo dato importante di cui tenere conto, e che secondo lui avrebbe sfavorito il centrodestra, è “l’affluenza bassissima, visto che la maggioranza delle persone non ha ritenuto utile andare a votare. E questo comporta una autocritica”.
Il segretario della Lega non ha problemi ad ammettere che “abbiamo presentato, ad esempio a Milano e Bologna, la proposta di cambiamento troppo tardi, senza farci conoscere”. Insomma, candidati inadeguati e presentati in ritardo a queste elezioni Comunali. Anche se difende a denti stretti la scelta dei candidati civici: “Da me non arriverà mai una parola negativa per Bernardo, né per Michetti”.
Dopo questa veloce analisi, Salvini si rivolge direttamente agli alleati, chiamandoli per nome, “Silvio e Giorgia”. “La lezione di questa tornata è che il centrodestra unito vince. – avverte – Ma deve essere unito davvero. Quindi ora, entro novembre, scegliamo assieme i prossimi candidati sindaci che verranno eletti l’anno prossimo”. Insomma, l’invito a Berlusconi e Meloni è a darsi da fare. “Ci sono due ballottaggi importantissimi, Torino e Roma, dove La Lega e il centrodestra sostituiscono il M5S. – conclude cercando di infondere ottimismo – E lì avremo 15 giorni di tempo per un cambiamento epocale, che tale sarebbe a Torino e Roma”.
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