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Centrodestra diviso in Europa: Salvini e Meloni stanno con la Polonia

Non c’è pace per il centrodestra. Dopo il pranzo a Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, sembrava essere ritornata la pace nella coalizione dopo la brutta sconfitta elettorale. Ma i problemi non sono finiti. Dentro Forza Italia, ad esempio, è in corso una piccola rivolta di esponenti di peso, come Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini, che preferirebbero chiudere definitivamente i rapporti con le forze sovraniste di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. A questo proposito, è emblematico il voto del parlamento europeo sulla risoluzione contro la Polonia: i leader di Lega e Fdi votano no.

Centrodestra diviso anche in Europa

La nuova crepa nell’alleanza di centrodestra si apre stavolta in Europa. Silvio Berlusconi, finalmente ristabilitosi dagli acciacchi post Covid, vola a Bruxelles per rassicurare i partner del Partito polare europeo sulla fedeltà dei partiti del centrodestra italiano. Ma, quasi contemporaneamente, proprio Lega e Fratelli d’Italia votano no alla risoluzione di condanna contro la recente sentenza della Corte costituzionale polacca che considera la legge di quel Paese prevalente rispetto al diritto comunitario dell’Ue.

Salvini telefona addirittura a Marine Le Pen per confermare alla leader della destra francese l’intenzione di dare vita ad un nuovo gruppo di centrodestra a Bruxelles. A votare no alla risoluzione anti polacca sono i gruppi parlamentari di Identità e Democrazia, di cui fa parte la Lega, e quello dei Conservatori dell’Ecr, al quale aderisce il partito della Meloni. E pensare che, solo poche ore prima, il premier italiano Mario Draghi aveva confermato l’appoggio incondizionato del nostro Paese alla risoluzione.

Il centrodestra comunque si spacca nuovamente. Forza Italia vota infatti la risoluzione, insieme a Pd e M5S. Berlusconi prova a rassicurare quelli del Ppe sul fatto che “ci deve essere tranquillità da parte dei leader europei. Il centrodestra è lontano da qualsiasi ritorno al passato. FI ha imposto la carta dei valori che deriva proprio dal Ppe”. Salvini e Meloni, aggiunge l’ex premier, “hanno la metà della mia età. Io sono il professore e loro gli allievi”.

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