Conte nelle intenzioni della Lega e (forse) del M5S sarebbe dovuto essere una figura terza, imparziale, inconsistente. A comandare, come è stato per larga parte del mandato di governo, sarebbero stati in sostanza Salvini e Di Maio. Unici soci di maggioranza dell’esecutivo gialloverde. Solo che la trattativa con l’Europa sulla manovra pare in qualche modo aver modificato le carte in tavola. E lo slancio in avanti di Conte sul caso migranti di Malta ne è una conferma.
Che con l’avvicinarsi delle elezioni europee Salvini avrebbe dovuto fare i conti con le controffensive grilline forse lo aveva messo in conto. Quello che però sembra irritarlo è il ruolo che Giuseppe Conte si sta pian piano ritagliando nel governo gialloverde. Chi non ha memoria corta ricoderà il braccio di ferro che portò alla noma dell’attuale premier: messo da parte prima e poi riesumato in extremis dopo il fallimento di Carlo Cottarelli.
Ieri, quando La Valletta annunciava l’accordo sui ricollocamento con il coinvolgimento dell’Italia, il ministro dell’Interno non ha nascosto la sua forte irritazione per la decisione del premier. “È un precedente gravissimo, non ha capito che ci facciamo del male”, avrebbe sussurrato ai suoi Salvini come riporta La Stampa. Certo: il leghista e “l’avvocato del popolo” hanno sempre avuto posizioni diverse in tema di immigrazione.
Intransigente Salvini (del resto ci ha vinto la campagna elettorale alimentando l’idea che fossimo in piena emergenza immigrati) e più aperto Conte. Ma fino ad oggi aveva sempre prevalso la linea salviniana, quella che ha la vera trazione di questo esecutivo strampalato.
Dopo la trattativa sulla manovra, la Lega ha iniziato a fiutare la “sintonia” tra Conte e i commissari Ue, non proprio gli alleati di Salvini (ricordate i continui botta e risposta con Bruxelles?). Ai più intimi, riporta sempre La Stampa, Salvini avrebbe definito i vari Moscovici e Juncker come “i nuovi amici burocrati” di Conte. Insomma, un appellativo non troppo carino dalle parti leghiste.
Intanto nelle chat leghiste c’è chi protesta: “Così cade il governo, perché non si può andare avanti”. E questo è il tratto più significativo di una maggioranza che mai come ora sta scricchiolando. Ma si sapeva, il vento dell’europee avrebbe portato questo. Ed è sempre più probabile, anche in base alle percentuali che raccoglierà, che sarà Salvini a staccare la spina.
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