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“Multati anche se avete il biglietto”. Attenti al check-in obbligatorio sui treni, ecco cosa fare prima di salire a bordo

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Dallo scorso agosto, Trenitalia ha introdotto una novità di cui non tutti i viaggiatori sono a conoscenza. Questa iniziativa ha generato polemiche e proteste non solo tra gli utenti, ma anche da parte dell’Associazione dei Consumatori. Si tratta del cosiddetto “check-in” da effettuare dopo aver acquistato il biglietto e prima di salire sul treno. Perché il biglietto sia valido, bisogna collegarsi alla App di Trenitalia, accedere alla propria area riservata, selezionare il biglietto da auto-obliterare e cliccare su “check-in e barcode” a fondo pagina. In alternativa, si può utilizzare il link contenuto nell’e-mail ricevuta al momento dell’acquisto.
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Questa operazione non è semplice, soprattutto per le persone anziane o per chi non ha strumenti per collegarsi a Internet. In particolare, i turisti stranieri possono trovarsi in difficoltà, essendo spesso privi di accesso alla rete. Dopo un periodo di tolleranza, i controllori hanno iniziato a multare i trasgressori, generando malcontento tra chi non è a conoscenza della nuova procedura, magari perché non utilizza il treno abitualmente. Molti fanno notare che questa nuova procedura risulta peggiorativa per gli utenti.

La rabbia degli utenti contro Trenitalia

Trenitalia afferma che questo metodo garantisce maggiore flessibilità, permettendo cambi illimitati sulla data e l’ora del treno fino alle 23.59 del giorno precedente al viaggio e nel giorno stesso del viaggio. Tuttavia, il Codacons solleva il dubbio che la misura sia stata presa per tagliare le spese sui servizi di controllo a bordo dei treni, un’accusa che Trenitalia nega fermamente, ricordando che il biglietto digitale è un’alternativa al biglietto cartaceo, che resta comunque disponibile.

Nonostante i chiarimenti dell’azienda, molti passeggeri continuano a protestare contro la nuova procedura. Il check-in sui treni è diventato un argomento di dibattito anche tra gli esperti. Particolarmente negativa è stata l’opinione di Paolo Benanti, docente alla Pontificia Università Gregoriana e all’Università Statale di Seattle, nonché consigliere del Papa sulle AI. Benanti ha definito la nuova funzionalità un “pessimo esempio di digitalizzazione”. “Mi chiedo quanto questa soluzione sia inclusiva e si adatti ai passeggeri che utilizzano il servizio pubblico”, ha affermato. “Come farà un viaggiatore straniero senza Internet a validare il biglietto? Come può gestirlo un anziano? O come si possono distribuire i biglietti dagli uffici ai dipendenti se gli smartphone non aprono il link?” Ha concluso dicendo che questa è “una storia su cui riflettere per evitare di scaricare sulla parte fragile della catena, il cliente, le scelte sbagliate della società”.