L’uomo designato da Matteo Salvini per prendere il posto di presidente Istat, l’ente pubblico che elabora dati per tracciare un identikit del nostro Paese e delle sue evoluzioni. E che ha già incrociato più volte la sua strada con quella della Lega. Gian Carlo Blangiardo, 70 anni, è un docente universitario specializzato in Demografia, un profilo molto diverso da quelli di chi lo ha preceduto alla guida del prestigioso istituto, anche per l’assenza di esperienze internazionali di rilievo e per l’età avanzata.
Nelle intenzioni del governo, entro fine anno dovrebbe concludersi l’iter di nomina con la firma del presidente della Repubblica preceduta dal via libera delle commissioni affari costituzionali di Camera e Senato. Blangiardo è il candidato unico alla presidenza rimasta vacante dopo la scadenza del mandato di Giorgio Alleva ma a sollevare dubbi e imbarazzi è il suo rapporto molto ravvicinato con il Carroccio.
Nell’ottobre del 2015 il professore dell’università Bicocca era stato tra i protagonisti del convegno “Nutrire la famiglia per nutrire il futuro” organizzata dalla regione Lombardia di Roberto Maroni. A luglio era invece sul palco della conferenza programmatica della Lega convocata da Salvini per individuare i temi forti del programma del partito in vista delle elezioni politiche, un evento dal titolo “Facciamo squadra” durante il quale Blangiardo era intervenuto per parlare del calo delle nascite che mette in pericolo la stabilità e la crescita economica del Paese.“Gli immigrati non sono la soluzione” ripete a tal proposito da anni il docente, sostenendo che per scampare il disastro sia necessario “rimettere al centro la famiglia e rilanciare la natalità” con una serie di norme che aiutino le coppie con figli.
Sui migranti, scrive ancora l’Espresso, le idee di Blangiardo sono chiare: vanno governati, all’occorrenza anche usando le maniere forti (espulsioni e porte chiuse): “bisogna passare dalla fase dell’accoglienza solidale alla valorizzazione di un’immigrazione socialmente inserita e sostenibile”. In un libro scritto insieme a Valditara e Gaiani, il professore sosteneva la necessità di controllare il business dell’accoglienza perché i fondi pubblici destinati alle Ong non fanno altro che alimentare una vera e propria “lobby del soccorso”.Una posizione sempre più vicina a quella di Salvini, con tanto di recente attacco alla proposta dello ius soli fatta dal precedente governo: “Abbiamo tanto sentito parlare dei poveri bambini stranieri che non possono andare in gita scolastica” diceva ironico Blangiardo l’11 novembre alla scuola di politica della Lega. Invece, sostiene il professore, l’attuale normativa nel solo 2016 ha permesso a oltre 70 mila immigrati minorenni di diventare italiani insieme ai loro genitori. Ulteriori interventi legislativi erano dunque a suo dire superflui.
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