Un’idea che continua a frullare nella testa di Matteo Salvini, quella di candidarsi alla Commissione Europa durante la prossima tornata elettorale per provare a prendere il posto dell’odiato Juncker, uscente. Un colpo che, riuscisse, stravolgerebbe i lineamenti stessi dell’Unione. E che viene incoraggiato anche dai sovranisti di oltre confine. A favore del leader del Carroccio è infatti arrivato l’endorsement del numero tre di Alternative fuer Deutschland (Afd), l’europarlamentare Afd Jörg Meuthen: “Una candidatura di Matteo Salvini per la prossima presidenza della Commissione la considero auspicabile”. Un abbraccio che pesa molto, arrivato da una formazione tedesca di estrema destra nata da poco e capace di conquistare l’11% dei consensi alle ultime elezioni in Baviera, entrando nel 2018 nel Bundestag con il 12,6% dei voti e un totale di 96 seggi.
E però, nonostante i tentativi continui di restyling, il partito continua a vivere di contraddizioni e pericolose derive estremiste. A settembre è sceso in piazza a Chemnitz, in Sassonia, dove la morte di un tedesco per la quale erano stati accusati un siriano e un iracheno aveva dato il là a cortei e proteste. L’Afd era in prima fila, affiancata da islamofobi, hooligans e neonazisti. Tutti insieme appassionatamente al grido di “Fuori gli stranieri”. Accanto a Gauland e alla Weidel erano spuntati gli esponenti della Pegida, “il movimento dei patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente”. Un asse che ha spaventato il resto della Germania, quella che a certi facili slogan non crede. E che ora tende simbolicamente la mano a Matteo Salvini, pronto a sostenerlo nella sua nuova avventura.
“Sapeva dei soldi spariti”. L’accusa a Salvini, una ricostruzione che arriva dalla pancia della Lega