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Appendino in tribunale: tra estorsioni, traffico d’influenze e la sottosegretaria Castelli…

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, non ha scaricato il suo ex fidatissimo portavoce, Luca Pasquaretta, che si ritrova accusato di estorsione, traffico di influenze illecite e turbativa d’asta. Per lei due ore e mezzo di audizione dal contenuto secretato davanti ai pm Enrica Gabetta e Gianfranco Colace e al colonnello dei carabinieri Luigi Isacchini. Lei ha risposto a tutto e poi, in Municipio, ha affrontato il consiglio comunale. A chi, dai banchi dell’opposizione, l’accusava di aver di fatto taciuto sulle “pressioni gravi” che possono aver condizionato le scelte dell’amministrazione, ha risposto con fermezza.

“Questa città accoglie e ascolta tutti e così continuerà a fare. Il dialogo con gli assessori e i consiglieri c’è e non passa da consulenze e accordi finanziari. Ho massima fiducia nella magistratura, sono serena e procederò con il mio mandato. Altrimenti, se non lo fossi, lascerei”.

Appendino, dunque, non avrebbe mai percepito un “clima intimidatorio” attorno a sé da parte del suo ex portavoce, né si sarebbe sentita sotto scacco, condizionata da quanto la procura ha ricostruito come una presunta estorsione nella quotidiana attività amministrativa e politica di sindaco della città. Ma l’inchiesta comincia a dipanarsi pur se nel massimo riserbo. Tra i risultati (“contratti e contatti”) che l’ex portavoce di Chiara Appendino Luca Pasquaretta avrebbe ottenuto a seguito di un pressing che gli inquirenti collocano in un’ipotesi di estorsione ai danni della stessa sindaca Appendino, c’è l’incarico ottenuto dall’ex pitbull della prima cittadina alle dipendenze del sottosegretario al Ministero dell’Economia, Laura Castelli

Lo si è appreso da fonti di procura nell’ambito dell’ inchiesta che vede Pasquaretta indagato. È emerso pure come tra gli approdi finali delle pressioni ci sarebbe stato – secondo gli inquirenti – un ulteriore incarico saltato in extremis per motivi politici…

E cioè quello che Pasquaretta avrebbe raggiunto con l’europarlamentare pentastellata Tiziana Beghin, 47 anni, imprenditrice che nel settembre scorso era tra le papabili candidate alle primarie online del Movimento in vista delle prossime elezioni regionali. Pur senza una firma sul contratto, l’accordo che Pasquaretta andasse a lavorare nello staff di Beghin pareva fosse stato raggiunto e lui stesso in qualche modo lo aveva annunciato, anche se non ufficialmente. L’ipotesi naufragò quando la candidatura dell’europarlamentare tramontò.

Stamattina, l’ex portavoce della sindaca è atteso in procura, ma non dovrebbe presentarsi. Lo si è appreso nella serata di ieri dal legale che lo difende nell’inchiesta, Stefano Caniglia. Intanto, la politica torinese attende risposte. E in attesa che Appendino, liberata dai vincoli di segretezza, possa ripetere in aula quanto riferito a Palazzo di Giustizia, si consuma la frattura con i suoi stessi consiglieri comunali. Però la priorità è bloccare la Tav (e l’Italia)…

 

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