“Anche io ho rischiato”. Chiara Ferragni interviene sulla vicenda di Carlo Mattia, il neonato morto tra le braccia della mamma che si era addormentata mentre lo allattava all’ospedale Pertini di Roma.
Leggi il racconto della mamma.
Quando ho partorito Leo
Ferragni ricorda la sua esperienza durante il parto del figlio Leone in una storia pubblicata sulla propria pagina Instagram: “Mi ricordo quando ho partorito Leo dopo un’induzione di 24 ore e quando mi è stato lasciato al seno per l’allattamento ho rischiato in primis di addormentarmi diverse volte. Ci vuole supporto e aiuto. Siamo donne e mamme, non super eroi”. Intanto la madre della vittima, in un’intervista ora accusa: “Avevo chiesto più volte aiuto al personale per gestire il bambino, ma nessuno mi è venuto in soccorso”.
“Avevo chiesto più volte aiuto al personale per gestire il bambino, ma nessuno mi è venuto in soccorso. – racconta la giovane mamma – Non abbiamo presentato denuncia. Ci siamo affidati a due legali, Alessandro Palombi e Michela Tocci, che stanno decidendo se presentare o meno un esposto. Noi siamo parte offesa, come si evince dal fascicolo della procura che, al momento, è contro ignoti. Stiamo aspettando di ricostruire con serenità cosa è accaduto e poi prenderemo una decisione insieme agli avvocati. Non dormo da diverse notti, sono stremata”.
Il racconto della mamma
“Mio figlio è nato sano, quasi 3 chili e 400 grammi. Ero felice, era accanto a me. Poi mi sono risvegliata e lui non c’era più. – questo il ricordo della donna di quei drammatici momenti vissuti al Pertini – L’infermiera mi ha informata di quanto era successo. Non ho capito più niente, mi hanno subito cambiato di stanza. Con me c’erano altre tre pazienti. Non ho avuto modo di parlare con loro. I miei avvocati decideranno se sentirle per ricostruire quei dieci minuti di vuoto. So solo che adesso è impossibile indicare una esatta causa della morte”.
“Avevo chiesto aiuto per accudire il mio bambino, però non è mai arrivato nessuno, non mi davano ascolto. – prosegue la mamma accusando il personale del Pertini – Ho 29 anni ma ero stremata dalla fatica. Il travaglio era durato più di dieci ore, è stato un parto naturale. Ci sono informazioni che potremo avere solo dall’autopsia. Ancora non sono certa di niente. Ripeto, io lo avevo accanto mio figlio. Poi non l’ho visto più. Non si sa se sia morto soffocato. Come si fa a dirlo prima? Più leggo e più sto male, la mia vita è rovinata. Non sparate sentenze prima dei risultati delle indagini”.
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