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Chiede aiuto a sei medici diversi, ma nessuno le crede. Muore a 18 anni per diagnosi tardiva

Ruby Fuller, una giovane britannica di 18 anni, ha perso la vita a causa di un cancro diagnosticato troppo tardi. La sua storia è un drammatico esempio di come la mancanza di attenzione ai sintomi possa avere conseguenze fatali. I genitori della ragazza, distrutti dalla sua perdita, hanno deciso di reagire trasformando il loro dolore in una campagna di sensibilizzazione, in collaborazione con un’importante organizzazione benefica contro il cancro. L’obiettivo della loro iniziativa è accelerare le diagnosi oncologiche tra i giovani e sensibilizzare medici e famiglie sui segnali d’allarme che non devono essere trascurati.

Il calvario di Ruby iniziò nella primavera del 2019, quando avvertì un dolore alla spalla. Inizialmente sottovalutato, il fastidio si aggravò, spingendola a consultare il medico di base. Nonostante i sintomi si aggravassero, con lividi e gonfiori inspiegabili, Ruby venne visitata da sei diversi medici per sette volte, senza mai ricevere una diagnosi accurata. Ogni volta, le sue condizioni venivano liquidate come problemi minori, attribuiti a stress o ansia adolescenziale. Anche quando la madre di Ruby sollevò l’ipotesi di un cancro, la sua preoccupazione fu respinta, considerata improbabile a causa della giovane età della ragazza.

Solo dopo molte visite, un medico decise finalmente di inviarla a uno specialista, che diagnosticò un linfoma non-Hodgkin acuto linfoblastico a cellule T in uno stadio avanzato. Nonostante un trapianto di cellule staminali avesse inizialmente dato speranza, pochi mesi dopo Ruby ricevette una nuova e devastante diagnosi: leucemia incurabile. Morì poco tempo dopo, nel 2020, lasciando la famiglia con l’incessante domanda se una diagnosi precoce avrebbe potuto salvarla.

“Non sapremo mai se Ruby sarebbe potuta sopravvivere”, hanno dichiarato i suoi genitori. Il loro messaggio oggi è chiaro: è essenziale che i medici prestino maggiore attenzione ai sintomi, anche nei giovani, e che prendano sul serio le preoccupazioni dei genitori. La campagna, lanciata insieme a una fondazione per la lotta contro il cancro, mira a evitare che altre famiglie attraversino un dolore simile. I sintomi del cancro nei giovani, spesso confusi con disturbi meno gravi, non devono essere ignorati. Attraverso questa iniziativa, la famiglia Fuller spera di contribuire a un cambiamento culturale tra i medici di base, affinché prendano in considerazione diagnosi più serie anche per pazienti giovani, e promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della diagnosi precoce.

In questo modo, il ricordo di Ruby diventa un simbolo di speranza, con l’auspicio che altre vite possano essere salvate attraverso l’attenzione e l’intervento tempestivo.

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