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Chiudere il proprio profilo Facebook: a quale prezzo?

Il 2018 è stato proprio un brutto periodo per il destino di Facebook, momento in cui il social network ha subito un grave danno d’immagine a causa degli scandali relativi al trattamento dei dati dei suoi utenti e alla gestione poco responsabile delle informazioni. Molti, infatti, hanno pensato seriamente di chiudere il proprio account.

Caratteristiche principali

Facebook non è più considerato un passatempo ma ricopre un ruolo fondamentale nelle attività quotidiane: è la fonte primaria di notizie e di emozioni. Sia aprire l’account che chiuderlo è apparentemente gratuito. In realtà ha comunque un costo, sia da un punto di vista emotivo, che economico.
La Michigan State University e il Kenyon College degli Stati Uniti hanno finanziato una ricerca, pubblicata su Plos One, per capire a quale costo un utente sarebbe disposto a chiudere il proprio profilo sul Social Network .
Che relazione sussiste tra il legame monetario dell’utente e la piattaforma? Quanto vorremmo essere pagati per disattivare il nostro profilo?

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Lo studio

I ricercatori hanno organizzato tre tipologie di asta, con in palio un premio in denaro che implicava però la disattivazione dell’account Facebook per un anno. Il campione scelto era molto eterogeneo e presentava un diverso atteggiamento nelle modalità d’asta.
Il campione era costituito da 1.324 individui adulti. La sospensione dell’account partiva da un minimo di un giorno a un massimo di un anno. Ovviamente la cifra richiesta per la disattivazione era generalmente diversa da un individuo ad un altro. L’utente medio ha richiesto oltre 1.000 dollari per chiudere l’account di Facebook solo per un anno.
Il metodo scelto per effettuare l’esperimento è quello noto come metodo Vickery: un’asta in busta chiusa al secondo prezzo. Ogni partecipante doveva scrivere il prezzo ideale e inserirlo in una busta chiusa. Naturalmente ogni offerta individuale era sconosciuta agli altri partecipanti. L’aspetto curioso di questa tipologia di esperimento è che l’offerta più alta vince, ma viene pagato il prezzo della seconda offerta massima, non della prima perché in questo modo si evita un bluff strategico. I partecipanti sono spinti a dichiarare la loro reale disponibilità massima. In questo caso specifico i partecipanti sono stati divisi in due squadre e hanno dichiarato la cifra minima per cui avrebbero accettato.

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I risultati

Le aste sono state di tre tipologie: la prima ha coinvolto 122 studenti universitari, la seconda 133 studenti e 138 adulti, la terza 931 adulti. Nell’ultimo caso, i partecipanti hanno utilizzato una piattaforma online di crowdsourcing chiamata Amazon Mechanical Turk.
Nella prima asta è stato chiesto tra i 1.511 e i 1.908 dollari. Nel secondo caso gli studenti hanno richiesto in media 2.076 dollari, mentre gli adulti, 1.139 dollari. La terza asta online, infine, ha registrato una richiesta media di 1.921 dollari.
Sicuramente il campione scelto non è qualitativamente rappresentativo degli utenti Facebook: i partecipanti sono stati universitari americani e altri con una certa confidenza tecnologica. Sicuramente riproponendo ora l’esperimento i partecipanti agirebbero in modo diverso.
In definitiva, l’esperimento ci regala un punto di vista interessante: a fine dicembre 2018 Facebook ha avuto una capitalizzazione di mercato di 383 miliardi di dollari, con circa 2,47 miliardi di utenti attivi al mese. In definitiva, il prezzo che l’utente vorrebbe per chiudere il suo account rappresenterebbe idealmente quanto conta per lui il social network.