L’Italia sta affrontando una significativa crisi demografica. I dati recenti mostrano che la popolazione residente al 1° gennaio 2024 è di 58,99 milioni di persone, con un calo di 7.000 unità rispetto all’anno precedente (istat). Il saldo naturale, che rappresenta la differenza tra nascite e decessi, è fortemente negativo, con 661.000 decessi nel 2023, un calo dell’8% rispetto all’anno precedente ma comunque insufficiente a bilanciare il basso numero di nascite. Il rapporto tra individui in età lavorativa e non, allo stesso tempo, si andrà sempre più assottigliando, fino ad arrivare a una proporzione di uno a uno nel 2050. Un invecchiamento comune che avrà, però, un andamento diverso a seconda della Regione presa in esame, come precisato da Repubblica.
Questi dati evidenziano un trend preoccupante che potrebbe avere gravi conseguenze sul sistema previdenziale italiano. Tuttavia, la crescita della popolazione straniera potrebbe offrire una soluzione parziale, contribuendo a mantenere un certo equilibrio demografico. Una politica migratoria inclusiva potrebbe quindi rivelarsi vantaggiosa per il futuro economico e sociale del Paese.
Secondo l’Istat, infatti, il Mezzogiorno andrà incontro a un vero e proprio spopolamento, con la popolazione che scenderà dai 19,9 milioni del 2022 a 16,3 nel 2050, fino ad arrivare a 11,9 nel 2080. Stabile il Nord, con cali significativi che saranno registrati soltanto nel 2080, un pochino meno bene il Centro.
La composizione delle famiglie italiane sta subendo profondi cambiamenti. Nonostante un aumento nel numero complessivo delle famiglie, queste sono sempre più piccole. Entro il 2042, si prevede che solo una famiglia su quattro sarà composta da genitori e almeno un figlio, mentre oltre una famiglia su cinque sarà composta da persone senza figli. Questo riflette un trend verso nuclei familiari più piccoli e una decisione delle famiglie tradizionali con figli.
Parallelamente, l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno in forte crescita. Entro il 2050, il 34,5% degli italiani avrà 65 anni o più, un aumento significativo rispetto ai dati attuali. Questo invecchiamento demografico è accompagnato da un aumento delle persone che vivono sole, una tendenza alimentata anche dall’aumento dei divorzi e delle separazioni.
Nel passaggio che vedrà l’Italia ad avere una popolazione di 46 milioni di persone nel 2080 (contro gli attuali 59 milioni), l’Istat ha calcolato che ci saranno 21,5 milioni di nascite, 44,9 milioni di decessi, 18,3 milioni di immigrati dall’estero e 8,2 milioni di emigrati. Il volto della popolazione, dunque, è destinato a cambiare radicalmente.