Se fino ad ora abbiamo usato la pentola, acqua e gas per cuocere la pasta, fra qualche tempo potremmo anche scegliere la forma. Dagli Stati Uniti arriva un tipo di pasta in grado di cambiare forma nel processo di cottura.
Il progetto è stato sviluppato al Mit (Massachusetts Institute of Technology) e porta le firme di tre asiatici: il professore Hiroshi Ishii, il ricercatore Wen Wang e la designer cinese Lining Yao. Ha partecipato anche la start-up Food + Future con sede a Boston. Tutto è partito da un esperimento sulla reazione dei batteri all’umidità. Gli scienziati hanno notato che a contatto col vapore acqueo il batterio cambia forma, sia ingrandendosi che restringendosi. Così, dopo aver testato questo metodo su materiali di cellulosa, hanno creato una pasta di gelatina con la stampante 3D. che al giorno d’oggi si usa per molteplici fabbricazioni, dai motori alle protesi, fino a prodotti dolciari. Ishii e Wang hanno creato una tagliatella con due diverse densità di gelatina in cima più densa, in fondo più leggera. Nella cottura il punto più alto ha fatto una specie di arco, mentre in basso la cottura è stata normale.
Visti i risultati hanno deciso di creare varie tracce in base al contenuto di gelatina per ottenere vari tipi di pasta come penne e spaghetti. Oltre che risparmiare sulla scelta della pasta sugli scaffali dei supermercati, secondo i due si risparmia anche sugli imballaggi. “Abbiamo fatto dei calcoli su delle confezioni di maccheroni e pasta -dichiara Wen Wang- e abbiamo appurato che perdono circa il 67% del proprio volume. “Questa invenzione-continua- può essere uno stimolo anche per salvaguardare la forma e lo spazio del cibo”. La pasta è stata presentata ufficialmente nel maggio scorso presso la Conferenza sulle relazioni tra gli esseri umani e il computer. Per affinare anche il fattore estetico si sono rivolti alla desinger Lining Yao, attiva anche nella fabbricazione di maglie e tessuti, che il 7 giugno scorso ha presentato il progetto al”Meet the Media Guru” al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
La cucina italiana è da sempre famosa nel mondo. Spesso all’estero i nostri prodotti vengono cucinati male o imitati. Nonostante sia scientificamente un’invenzione degna di nota, il gusto alla gelatina non è dei migliori. D’altronde noi italiani siamo abituati alla pasta lavorata a mano o comunque, anche se industriale, a marchio Made in Italy.
Intanto insieme allo chef Matthew Delisle del ristorante L’Espalier di Boston, la squadra ha realizzato due piatti con la pasta in 3D: dischi trasparenti di gelatina aromatizzati al plancton all’inchiostro di seppia e strisce di fettuccine realizzate con due strati di gelatina fusi insieme a temperature diverse.
Fonte principale: corriere.corriereinnovazione.it