Il popolo si rivolta ai Cinque Stelle. A Taranto il Movimento si trova di colpo contro quella gente che un tempo si era schierata dalla sua parte e ora teme che quanto vissuto sia soltanto l’inizio di una crisi pronta a espandersi a macchia d’olio. “Buffoni”, “bugiardi”, “state coi fascisti”. Questi sono solo alcuni degli insulti rivolti agli esponenti grillini nella città dell’Ilva, dove la promessa di chiudere gli impianti è stata clamorosamente disattesa. Tanti i cittadini che, sentendosi presi in giro, hanno voluto esprimere tutto il loro malcontento.
Grillo aveva detto in passato che l’area sarebbe stata convertita in un mega parco verde, sul modello di quelli nordeuropei. Non è andata esattamente così. E così un gruppo di cassintegrati dell’Ilva e alcuni ambientalisti hanno presentato il primo di tanti conti che rischiano di rivelarsi amari. Come racconta La Stampa, i deputati M5S Giovanni Vianello, Gianpaolo Cassese e Anna Macina si erano palesati in una sala conferenze di un albergo pensando a un comizio che doveva intitolarsi: “Se lo diciamo lo facciamo”. Mai slogan fu più infausto.
“Ci eravamo preoccupati, siete spariti, da Taranto”, gli hanno gridato subito dalla sala. “No, noi ci siamo ogni giorno” ha provato a replicare Vianello. A quel punto la sala inferocita non ci ha visto più. Non è stata una buona mossa sfidarli. “Ci avete preso in giro tutti” hanno urlato i tarantini presenti, fischi, buu, grida. “Siete venuti a parlare di chiusura davanti alla fabbrica. Poi vi siete alleati con Salvini e dite che è colpa del Pd se la fabbrica continua a produrre. Siete spariti da Taranto e ora sparirete anche da Roma”.
I Cinque Stelle hanno provato a placare gli animi, invocando un “pacato e civile confronto”. I toni si sono alzati ancora, con una delle presenti a urlare: “S
iete morti! Morti! Via da Taranto, dovete sparire!”. I presenti hanno contestato anche l’alleanza con Salvini, prima del’intervento della Digos per calmare tutti. Vianello ha promesso di voler portare in Parlamento la rabbia dei tarantini. Ma l’impressione è che qualcosa si stia rompendo davvero nella macchina Cinque Stelle.
I capilista? Li sceglie Di Maio. Cinque Stelle, arriva il regolamento per le europee (ed è subito polemica)