Una vera e propria diaspora che non sembra avere mai fine, quella dei parlamentari in fuga dal Movimento Cinque Stelle. Con un ulteriore guaio che rischia di minare i già delicati equilibri di un partito che pare a rischio implosione, la “mannaia” intimata dai vertici e che rischia di ridurre ulteriormente il numero di truppe pentastellate. Nel mirino dei probiviri ci sono infatti 33 persone, delle quali 8 sembrano in particolar modo candidate a ennesime, clamorose espulsioni sulla falsariga di quanto già accaduto con il senatore Gianluigi Paragone.
Il giorno della possibile svolta è già fissato in calendario: 7 gennaio, a Roma, quando si riunirà un vertice che vedrà impegnati gli organi del Movimento e i capigruppo. Come racconta il Corriere della Sera, in quell’occasione dovrebbero sedersi allo stesso tavolo con Davide Crippa e Gianluca Perilli sia i tre componenti del collegio dei probiviri (Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone) sia i tre del comitato di garanzia (Giancarlo Cancelleri, Vito Crimi e Roberta Lombardi). Nel mirino, innanzitutto, i parlamentari in ritardo con le restituzioni.
Le indiscrezioni parlano al momento di otto parlamentari a rischio espulsione, quindici in posizioni pericolanti ancora da valutare meglio e una decina ai quali dovrebbe essere indirizzato un semplice richiamo. In totale, 33 posizioni da vagliare in un clima sempre più incandescente. Per capire chi sono i più pericolanti, basta controllare il portale tirendiconto.it, che fornisce informazioni sulle restituzioni dei parlamentari pentastellati. Alla Camera solo sei non hanno restituito nulla nel 2019: Nicola Acunzo, Nadia Aprile, Santi Cappellani, Flora Frate, Paolo Romano e Andrea Vallascas. Al vaglio ci sono poi le posizioni di Mario Michele Giarrusso e Alfonso Ciampolillo, entrambi nel mirino dei probiviri da mesi, e i senatori “ritardatari” Cristiano Anastasi, Deledda Bogo e Luigi Di Marzio.
Di Maio rassicura Conte sulla tenuta del governo. Ma il Movimento appare sempre più pericolante. Il caso dell’espulsione del senatore Gianluigi Paragone continua a tenere banco. Nel frattempo altri due deputati, Gianluca Rospi e Nunzio Angiola, hanno lasciato in polemica il gruppo M5S per approdare al Misto. L’ennesima scure dei probiviri rischia di creare ulteriore scompiglio.
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