Se il decreto sicurezza lanciato da Salvini era nato con l’intento di trasformarsi in una trappola per gli alleati di governo del Movimento Cinque Stelle, ipotesi circolata parecchio in queste ultime ore, allora il piano sembra decisamente riuscito, considerando il trambusto che il dl ha scatenato prima al Senato e ora alla Camera, mettendo parecchio in agitazione le fila dei grillini. Ultima indiscrezione in questo senso è quella lanciata dall’Adnkronos, che parla di una mail inviata da una ventina di deputati M5S al capogruppo pentastellato Francesco D’Uva.
Un testo, partorito in queste ultime ore di forti tensioni, nato per rivendicare la possibilità di apportare modifiche al testo del provvedimento passato in Senato lo scorso 7 novembre. La lettera, racconta una fonte, sarebbe stata sottoscritta da 19 parlamentari, per lo più tutti alla prima legislatura. “Nella mail – spiega all’Adnkronos un deputato – si chiede di presentare emendamenti al dl sicurezza” ma soprattutto “di aprire un tavolo di confronto interno”.
Alla Camera, dove sono in corso le audizioni, in Commissione Affari Costituzionali, sul decreto sicurezza, rischia dunque di aprirsi un nuovo fronte dopo le tensioni al Senato che hanno visto protagonisti 5 esponenti M5S (Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Virginia La Mura, Matteo Mantero) che si sono rifiutati di partecipare al voto di fiducia al governo. Per questo motivo sono finiti sotto la lente di ingrandimento del collegio dei probiviri.
Secondo l’Huffington Post, il testo viene considerato ‘chiuso’ e, quindi, non passibile di modifiche, perché far diventare legge quel provvedimento è una priorità per il governo. Non ci sarebbero i tempi per rimandarlo a Palazzo Madama, in caso di modifiche. E la questione di fiducia, anche alla Camera, viene considerata quasi scontata.
La Rai si impantana: i piani di Lega e Cinque Stelle nascosti dietro un silenzio infinito