Questo matrimonio alla fine, probabilmente, ci sarà. L’accordo tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico è da diverse ore nell’aria, con esponenti di entrambi partiti che, al netto dell’assenza di comunicazioni ufficiali, fanno trapelare notevole ottimismo sulla nascita di un esecutivo che porti avanti le riforme necessarie per il Paese dopo lo strappo voluto da Matteo Salvini che ha portato alla fine dell’avventura gialloverde.
Bisognerà attendere la fine del giro di consultazioni che vedranno impegnati tutti i leader politici nel corso delle prossime ore. Ma le voci vogliono l’intesa ormai per formalizzata, con pochi punti ancora da limare. E con Giuseppe Conte, l’uomo che ha sfidato apertamente Salvini in Senato, a ricoprire un ruolo di primo piano, forse ancora una volta quello di premier. Più probabilmente, anche per segnare una discontinuità rispetto alla stagione precedente, ministro.
E d’altronde in questo senso i segnali che stanno arrivando sono alquanto espliciti. Nicola Zingaretti ha aperto pubblicamente alla possibilità di un’intesa con i Cinque Stelle, fissando dei punti da rispettare per dar vita a un programma comune: “Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”.
A completare il quadro, la scelta di campo di Matteo Renzi. Che ha annunciato di non voler entrare a far parte del nuovo esecutivo, togliendo così un bel peso al Movimento Cinque Stelle che difficilmente avrebbe accettato una presenza dell’ex premier e dei suoi fedelissimi all’interno di un eventuale governo comune. Crescente ottimismo, insomma. Che potrebbe a breve trasformarsi in certezza.
Zingaretti chiama i Cinque Stelle: “Ecco i punti da seguire per governare insieme”