Le paure dei Cinque Stelle, fino a poco fa, avevano il volto di un Matteo Salvini sempre più forte nei sondaggi e pronto a staccare a piacimento la spina al governo gialloverde, consapevole che un’altra, immediata tornata elettorale non avrebbe potuto che essergli favorevole, con i vecchi alleati di centrodestra ormai totalmente prostrati di fronte alla sua figura. Ora, stando alle indiscrezioni, lo scenario e i timori sembrano essersi ribaltati, con il Carroccio a temere un clamoroso dietrofront dell’altra metà dell’esecutivo.
A preoccuparsi è infatti ora la Lega, convinta che sotto sotto nel Movimento stia prendendo piede l’idea di una fine anticipata dell’avventura politica comune. Sospetti che nascono dall’atteggiamento, decisamente diverso, di Di Maio & co. in queste ultime settimane, costantemente alla ricerca di un terreno di scontro, condono in primis, di un pretesto per poter puntare il dito contro il partito di Matteo Salvini.
Ultimo oggetto del contendere è stata la riforma della prescrizione, sulla quale i Cinque Stelle hanno insistito con toni molto accesi e in netto contrasto con la freddezza del Carroccio. Alla fine si è trovato l’accordo, con rinvio però al 2020. Una vittoria più che dimezzata, che ha aumentato il malumore all’interno dello schieramento grillino. E dato nuovamente forza a chi chiede, non troppo a bassa voce, di alzare i toni, andare allo scontro frontale con la Lega, far cadere il governo cercando di screditare Salvini prima del ritorno alle urne.
La posizione del ministro dell’Interno, d’altronde, è chiara: in testa al momento ha le elezioni europee e basta. Fino a quella fatidica data, di ribaltoni non vuole sentirne nemmeno parlare e, anzi, stemperare i toni sarà sempre la strategia da seguire. Nel Movimento ci si chiede perciò se non valga la pena passare al contrattacco e trascinare Salvini in una crisi che lo coglierebbe sicuramente impreparato.
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