Prosegue a Tempio Pausania, in Sardegna, il processo per presunto stupro ai danni di Ciro Grillo e di alcuni suoi amici. Nell’aula del tribunale si è presentata per la prima volta anche la vittima, la studentessa italo-norvegese Silvia, insieme all’amica Roberta. Due nomi entrambi inventati per motivi di privacy e di sicurezza delle due ragazze. E il racconto che quest’ultima fa di quella serata di luglio di quattro anni fa è scioccante.
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Stupro Ciro Grillo: il racconto dell’amica della vittima
Infatti non è Silvia a dover fornire la sua versione dei fatti ai giudici, ma proprio l’amica Roberta. Purtroppo però, la vittima in questo caso non ha il diritto di assistere all’interrogatorio in aula. E così, dopo pochi minuti viene fatta uscire dopo le proteste degli avvocati della difesa. “Adesso mi devo fare tanta forza”, riesce comunque ad esclamare la ragazza.
Il racconto dell’amica della presunta vittima dello stupro compiuto dal figlio di Beppe Grillo insieme ai suoi amici, all’epoca dei fatti tutti ventenni, comincia proprio dalla notte trascorsa a Cala di Volpe, la villetta in uso alla famiglia del fondatore del M5S. La ragazza ricorda di essere stata svegliata tre volte, mentre dormiva sul divano e dopo aver rifiutato “di andare in camera con uno di loro”.
Roberta comunque non si trova in tribunale soltanto nel ruolo di testimone amica della vittima, ma anche in quello di persona offesa, visto che Grillo e gli altri le hanno scattato foto oscene con i telefonini a sua insaputa mentre dormiva. Nei verbali la testimone racconta di aver rifiutato prima le avance di Francesco Corsiglia e poi l’invito di Edoardo Capitta di dormire con lui “per evitare situazioni ambigue”. Poi aggiunge di essersi addormentata sul divano e di essere stata svegliata diverse volte dagli altri, ma senza accorgersi del presunto stupro ai danni dell’amica. Poi verso le 13 la drammatica scoperta: “L’ho trovata completamente nuda sotto il lenzuolo, nel letto della prima stanza, da sola, era molto confusa e sconvolta, con il trucco colato sul viso per il pianto. Mi ha detto che la avevano violentata”.
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