Ma perché oltre ai suoi tanti seguaci ora c’è anche un ingente numero di odiatori di Greta Thunberg? Lasciando stare gli attacchi negli altri Paesi, da noi sono in molti (anche personaggi famosi) a essersi scagliati contro la sedicenne leader del movimento dei giovani che lottano contro i cambiamenti climatici. Ad aprire le danze era stata Rita Pavone che su Twitter aveva definito la Thunberg “un personaggio da film horror”. Il tweet, piaciuto a Lorella Cuccarini, aveva scatenato un fuoco di polemiche sulla cantante accusata di aver ironizzato sull’aspetto fisico della giovane che è affetta dalla sindome di Asperger.
Pavone si era poi scusata, ma, come è noto, una smentita è una notizia data due volte. Ma è con la manifestazione ecologista #FriadaysforFuture, che ha visto in piazza un milioni di giovani, che gli attacchi contro Greta Thunberg si sono acuiti.
Maria Giovanna Maglie, la giornalista e scrittrice sovranista che qualcuno avrebbe voluto alla conduzione della striscia quotidiana dopo il Tg1 che fu di Enzo Biagi, intervenendo alla trasmissione “Un giorno da pecora” ha dichiarato: “Adesso non si può dire più niente di male su di Greta perché ha la sindrome di…come si dice? Il politically correct e anche il buonsenso mi vietano a questo punto di dire quello che avrei detto se fosse stata sana. Che l’avrei messa sotto con la macchina”. Chapeau.
Giuliano Ferrara, fondatore de Il Foglio e notoriamente non grande estimatore, per usare un eufemismo, delle teorie sul Global Warming, con il suo stile inconfondibile ha detto: “Non vorrei essere accusato di pedofobia, ma io detesto la figura idolatrica di Greta, aborro le sue treccine e il mondo falso e bugiardo che le si intreccia intorno”.
Ovviamente non poteva esimersi dagli attacchi il turbo-filosofo del marxismo sovranista Diego Fusaro che si affretta a dire (a modo suo) che “l’operazione Greta” nulla sarebbe se non un tentativo delle élite cosmopolite (aridaje, ndr) in vista delle prossime elezioni europee di “occultare economia, sfruttamento, classismo”. Altri, sulla scia complottista tracciata da Fusaro&co. ipotizzano che dietro alla giovane attivista ci sarebbe un esperto di comunicazione, Ingmar Rentzhog.
Per altri ancora quello di Greta sarebbe soltanto “marketing buonista” e la sua “una truffa”. Per chiudere, non poteva mancare lui, il nostro ministro dell’Interno Matteo Salvini che non se la prenda con Greta, ma con i giovani manifestanti in piazza, colpevoli, secondo il vicepremier di non avere nessun interesse all’ambiente, ma di far parte dei “soliti” gruppi organizzati. Il ministro dell’Interno in due diversi post non manca di ricordare come sia proprio lui l’obiettivo dei manifestanti, più che i fattori che condizionano il clima… Poveri noi.
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