La maggioranza politica in Senato non c’è più. Il governo Conte, invece, è ancora lì, uscito comunque vincitore dal doppio confronto con le Camere. Decifrare cosa accadrà ora, però, è impresa ardua. Difficile immaginare che il premier si dimetta. Più facile pensare che, dopo un confronto con il presidente della Repubblica Mattarella, dia vita a “rimpasto” capace di accontentare i “costruttori” venuti in soccorso nel momento del bisogno. Con gli occhi puntati su Forza Italia, dalla quale sono arrivati diversi voti a favore e che potrebbe a sorpresa entrare nella partita con un ruolo non proprio secondario.
Renzi, in tutto questo, è uscito molto ridimensionato. Il Movimento Cinque Stelle, invece, potrebbe trovare una nuova unità di intenti, se riuscirà però a mettere a tacere l’ala più inquieta e battagliera del suo schieramento. E così, ecco che tra le varie ipotesi circolate in queste ore c’è anche la possibilità che un ministero vada a finire ad Alessandro Di Battista, tante volte indicato come prossimo allo strappo e invece ancora parte delle truppe grilline. Il Pd, di contro, potrebbe chiedere la vicepresidenza del Consiglio per Franceschini.
Blindare l’asse Pd-5 Stelle, insomma, l’unico veramente insostituibile, per poi andare a caccia di nuove colonne alle quali reggersi. Con la consapevolezza che, soprattutto nelle commissioni, la strada sarà in salita. Quelle del Senato, già composte, vedono il centrodestra e Italia Viva come ostacoli da superare per qualsiasi provvedimento si voglia approvare, compresa la legge elettorale proporzionale promessa da Conte ma che non potrà essere imposta senza che Renzi o Berlusconi dicano sì.
E proprio Renzi, sconfitto dal confronto con Conte, potrebbe tornare presto sui suoi passi, soprattutto in materia elettorale. Il suo partito, Italia Viva, al momento è dato nei sondaggi a un misero 2%, quasi nulla. Una riforma proporzionale farebbe molto più gola al Rottamatore che a Salvini, ormai all’opposizione da tempo e forse vero sconfitto di questa crisi.
Quei “sì” a sorpresa da Forza Italia: un messaggio di Berlusconi a Conte?