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Come diventare sviluppatori di app in Italia

Anche nel nostro paese le figure legate al mondo della produzione digitale sono sempre più ricercate grazie alla crescita di un mercato che non ha vissuto crisi

La new economy è anche questo: nascita di lavori e professionalità sconosciute fino a qualche anno fa. Se ci volgiamo indietro, agli inizi del 2000, non possiamo ricordare figure come lo sviluppatore, il social manager, il content creator, il media strategist o declinazioni simili. Il motivo? Internet era già un tassello importante delle nostre vite ma non avevamo ancora sperimentato i social network, gli smartphone (a quei tempi il cellulare per antonomasia era il Nokia 3310…) e le conseguenze della società iper-connessa.

Oggi sembra un mondo tutto nuovo, di certo rivoluzionato. L’Italia c’ha messo un po’ per metabolizzare la necessità di certi ruoli chiave nel contesto della produzione multimediale ma alla fine ci siamo arrivati. Il mestiere digital tra i più ricercati è quello dell’app and games developer, a cui sempre più spesso si arriva dopo corsi ad-hoc di scuole di formazione nazionali. Da dove cominciare? Ecco qualche consiglio.

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Le competenze necessarie

Quando parliamo di sviluppo di app intendiamo la creazione di software principalmente per piattaforma mobile: iOS e Android. Tuttavia la convergenza dei sistemi ha permesso di unificare le competenze, tramite l’utilizzo di strumenti che facilitano il lavoro multilivello, rendendo più veloce l’adattamento dei programmi per vari ambienti (Windows, macOS, Linux). In generale, le basi di app developing per mobile sono tre: Java, C++ e SQL. Non serve conoscerli tutti, perché l’interoperabilità delle esperienze consente oggi di essere affiancati da esperti (grafici, sistemisti) per creare un progetto corale e condiviso, con il risultato di vedere sempre più persone specializzate in determinati ambiti.

Autodidatta si ma non è tutto

Se il fai-da-te è ancora possibile e per certi versi economico, l’affermazione dello sviluppatore come figura stabile e non più saltuaria porta con sé il riconoscimento di percorsi accademici consolidati. Insomma, vada per un sacco di esperienze sul curriculum ma avere certificazioni di enti e istituti ha il suo bel valore.

I corsi da cui cominciare

La strada è ancora lunga ma l’Italia si sta rapidamente allineando agli altri paesi europei in quanto alla formazione didattica in materia di app and game developing. Non a caso a Napoli è nata nell’ottobre del 2016 la prima App Academy di Apple, al cui primo turno hanno preso parte 600 studenti. In Campania il colosso di Cupertino vuole forgiare mille professionisti in tre anni, facendo diventare il capoluogo un centro di interesse di livello internazionale.

Altre compagnie, come Samsung, puntano ancora più in basso, agli studenti delle scuole secondarie superiori, coinvolti con l’iniziativa Let’s App, parallela alla Samsung App Academy partita nel 2015. Il mondo dello sviluppo digitale è talmente ampio da non comprendere solo il ruolo di sviluppatore vero e proprio. Ne è una dimostrazione la Digital Bros Game Academy, che a Milano realizza tre percorsi differenti, diretti al Game Designer, Game Programmer e Artist & Animator.

E non è tutto, l’IFOA tiene periodicamente il corso per Mobile Application Developer mentre chi non ha grosse opportunità di spostamento può seguire le lezioni online della Microsoft Virtual Academy, dedicate agli aspiranti sviluppatori, professionisti IT e data manager. Insomma, le occasioni per imparare ci sono, il mercato è pronto, non resta che mettersi all’opera.

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