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Come diventare un buon capo, consigli e richieste sulla leadership aziendale

Non a tutti è dato l’onere o l’onore di dirigere una grande azienda ed essere considerato “The Boss”. Tuttavia molte persone ricoprono ruoli al vertice, di grandi responsabilità, soprattutto verso i dipendenti. Come dunque diventare un bravo capo e ricevere quel rispetto che tanto si agogna?

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5 consigli

Sofia Cortesi, Finance Director di Hays ( società di ricerca e selezione del personale, leader mondiali nel Recruitment specializzato in ambito del Middle e Senior Management) offre 5 regole d’oro per comprendere se un capo è all’altezza del ruolo che ricopre.

Una ricerca del The Boston Consulting Group dichiara che sono due le caratteristiche più importanti che i dipendenti di ogni azienda vorrebbero avere dal proprio superiore: dare valore alle relazioni umane e riconoscere i meriti sul lavoro.

D’altra parte è risaputo che un buon rapporto col proprio capo facilita il benessere aziendale e rende il lavoro più proficuo. Al contrario, ostilità e incomprensioni tra dirigenti e sottoposti creano dissapori e mancanze che portano ad odiare anche la professione più amata.

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. In primo luogo, per essere degno di ricoprire mansioni al vertice, il capo deve innanzitutto sfruttare le critiche a suo nome, che non vanno allontanate ma anzi prese in considerazione per comprendere che tipo di feedback ha con i propri colleghi. Certo, questo atteggiamento richiede un’apertura mentale non indifferente, ma ne vale la pena però solo i commenti di chi lavora ogni giorno fianco a fianco possono aiutare a migliorarsi e cambiare gli aspetti più negativi.

. Le relazioni umane sono fondamentali, ecco il secondo punto. Salutare, chiedere della famiglia è una buona abitudine che un bravo capo dovrebbe fare sua appena varca la soglia dell’azienda. Il dipendente ha bisogno di essere visto anche dal lato umano e non solo da quello professionale. Sentendosi a suo agio, potrà svolgere i suoi compiti in maniera più rilassata e  proficua. Un clima teso non giova a nessuno, tanto più andando a intaccare gli obiettivi lavorativi.

. Un bravo capo sa essere anche un ottimo motivatore. Deve infatti saper migliorare le prestazioni dei propri dipendenti ispirandoli a fare meglio, a dare di più, mettendoli in condizione di superare i propri limiti. Ma ci vuole empatia, capacità di ispirazione e grande entusiasmo per coinvolgere anche i più restii alle nuove iniziative.

. Alcune frasi andrebbero del tutto eliminate, come “non ho tempo”, perchè denotano una mancanza di collaborazione verso i dipendenti.

. Infine chi desidera essere un bravo capo non deve perdere il controllo, neanche se si presentano situazioni estreme. Infatti, qualora si verifichino momenti difficili, il dirigente deve calmarsi e comportarsi in maniera ineccepibile, cercando di non alimentare la tensione. Ci vuole una certa dose di lucidità e fermezza, che va ad aggiungersi ad un atteggiamento freddo e professionale, senza eccedere in scatti di rabbia.

Questi i consigli secondo la guru di Hays. Quali caratteristiche deve dunque avere il capo ideale?

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Richieste differenti per uomo e donna

Vero è che le caratteristiche del capo ideale sono diverse a seconda che lo immagini un uomo oppure una donna. E il rapporto col superiore è importantissimo, tant’è che la metà dei lavoratori americani ha lasciato il proprio posto perché non aveva una buona relazione con il proprio capo, questo secondo i dati della rivista economica Fortune

Anche Espresso Communication ha rivelato una ricerca secondo la quale le qualità che le donne italiane vorrebbero dal proprio capo legate alla sfera relazionale: la comprensione verso dipendenti (nel 45% dei casi), ascolto e discussione delle problematiche nel 41% dei casi e infine la capacità di infondere fiducia e rilassamento (38%). Per gli uomini, le caratteristiche fondamentali di un dirigente sono tutt’altre: carisma (43%) e autorità (39%), e motivazione (33%).

Marina Osnaghi, master coach di lunga esperienza afferma: “La ricetta del successo di un grande leader è fatta da quattro capacità: organizzare il buon funzionamento dell’azienda attraverso azioni eccellenti; innovare e anticipare il mercato valutando le decisioni che portano l’azienda verso il futuro; pianificare una politica lungimirante delle risorse umane e gestire le proprie reazioni emotive. Il leader perfetto è chi sa coniugare le varie imperfezioni legate agli aspetti aziendali e trasformarle in un insieme vincente”.

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