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Commissione Covid, scoppia la rissa, e Conte alza la voce: “Dovevate fermarlo!”

Nel febbraio 2024 è stata avviata un’inchiesta parlamentare sulla gestione dell’emergenza pandemica iniziata nel 2020. Dopo mesi di preparativi, i primi lavori sono cominciati a settembre. Come prevedibile, le audizioni stanno suscitando grande attenzione e provocano tensioni. La Commissione analizzerà tutti gli aspetti legati alla gestione della pandemia di Covid in Italia, dagli isolamenti forzati alle mascherine, fino ai vaccini e alle obbligazioni connesse. Questo è stato sottolineato anche dal presidente della Commissione, Marco Lisei, durante un’audizione dell’associazione “ContiamoCi!”, rappresentata dal presidente Dario Giacomini. Secondo quanto riportato da RadioRadio, si è deciso di seguire un ordine cronologico nella trattazione del tema pandemico: i vaccini saranno affrontati in un secondo momento. Tuttavia, il dottor Giacomini, intervenendo nel programma “Un giorno speciale”, ha dichiarato: “Noi abbiamo deliberatamente trattato un argomento fuori tema. Abbiamo sfruttato l’occasione e inserito agli atti un punto di vista divergente rispetto alle altre audizioni”. Questa scelta ha fatto infuriare l’ex premier Giuseppe Conte, che ha criticato Lisei, affermando che avrebbe dovuto interrompere Giacomini per il suo discorso fuori contesto.

“L’ho già chiarito – ha replicato Lisei alle critiche – che questo argomento non rientra nella fase attuale. L’ho detto prima, durante e dopo l’audizione. Non posso però censurare gli intervenuti”. Conte ha poi rincarato la dose: “Sono in totale disaccordo con la gestione di questo intervento. Ho sentito parlare solo della gestione del governo Draghi, che ha introdotto l’obbligo vaccinale per gli over 50. Se l’audito è stato convocato per discutere della prima fase della pandemia, era suo dovere fermarlo. Non possiamo permettere che durante una diretta streaming vengano diffuse opinioni scientifiche discutibili, e che si facciano riferimenti all’obbligo vaccinale imposto dal governo Draghi. Altrimenti dovremo chiamare anche il Presidente Draghi per rispondere”. Lisei, infine, ha cercato di rassicurare Conte: “Abbiamo davanti tre anni di lavoro, quindi ascolteremo tutti”.

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