La Commissione europea ha annunciato i nomi dei 52 esperti provenienti dal mondo dell’industria, delle imprese e della società civile. Ha infatti nominato un nuovo gruppo di alto livello per sviluppare ulteriormente il settore dell’intelligenza artificiale, che alimenterà strategie e politiche soprattutto in materia di intelligenza artificiale.
Due mesi fa l’organo esecutivo dell’UE ha delineato il proprio approccio su come intende emancipare la tecnologia dell’A.I., stabilendo misure destinate ad aumentare gli investimenti sia pubblici che privati. Il fine è anche quello di prepararsi ai cambiamenti socioeconomici, garantendo ai paesi dell’UE un quadro etico e legale che si dimostri appropriato alle esigenze riscontrate negli ultimi anni.
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Da chi sarà composto il gruppo
Il gruppo di alto profilo rappresenta una parte fondamentale della strategia della Commissione in materia di A.I., in quanto saranno chiamati a definire le migliori politiche possibili, formulando strategie e misure dettagliate su questioni qualsiasi questione che riguardi etica, giurisdizione e società.
Il gruppo è composto da 30 uomini e 22 donne, e comprende rappresentanti di multinazionali e aziende altamente rinomate nel mondo come AXA, Bayer, Bosch, BMW, Element AI, Google, IBM, Nokia Bell Labs, Orange, Santander, SAP, Sigfox, STMicroelectronics, Telenor e Zalando.
Google, ad esempio, viene rappresentato dalla figura di Jakob Uszkoreit, un ricercatore di intelligenza artificiale del team Google Brain e da Jaan Tallinn, ingegnere fondatore di Skype e Kazaa, ex investitore e attualmente direttore di DeepMind, la società di intelligenza artificiale acquisita da Google.
La grossa novità riguardante l’elenco dei nomi interessa sopratutto coloro che fanno parte di gruppi come il BEUC, che si occupa dei diritti dei consumatori, quello dei diritti digitali, quello di algoritmo di difesa della trasparenza AlgorithmWatch, che che si occupa dell’associazione della società civile del CESE, compresa la CES, che difende i diritti dei lavoratori e il benessere.
L’elenco comprende tutti i rappresentanti appartenenti quindi ad associazioni tecnologiche, oltre a ricoprire ruoli come consulenti politici, nonché accademici e giuristi di vari settori.
Di seguito, la lista completa:
Pekka Ala-Pietilä, Presidente del consiglio di amministrazione di Huhtamak e Sanoma e Netcompany
William Bauer, Direttore dell’Istituto Fraunhofer per l’ingegneria industriale
Urs Bergmann, Ricercatore e scienziato di dati, Zalando
Maria Bielikova, Professore di programmi e sistemi informatici presso l’Università tecnologica slovacca di Bratislava
Cecilia Bonefeld-Dahl, Direttore generale di DIGITALEUROPE – l’associazione leader per l’industria della tecnologia digitale in Europa
Yann Bonnet, Ex segretario generale, Consiglio digitale francese
Loubna Bouarfa, Esperta di apprendimento automatico
Nozha Boujemaa, Senior Research Scientist presso Inria
Raja Chatila, Professore di Robotica, Intelligenza Artificiale ed Etica presso l’Università della Sorbona
Mark Coeckelbergh, Professore di Filosofia dei Media e della Tecnologia presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Vienna
Virginia Dignum, Professore associato di Intelligenza Artificiale Sociale, presso la Facoltà di Tecnologia e Gestione della Tecnologia, Università di Tecnologia di Delft,
Luciano Floridi, Professore di filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford,
Jean-Francois Gagné, CEO di Element AI
Joanna Goodey, Capo del dipartimento Libertà e giustizia presso l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali
Sami Haddadin, Direttore della Munich School of Robotics and Machine Intelligence
Gry Hasselbalch, Ricercatore e consulente indipendente sull’etica dei dati
Fredrik Heintz, Professore associato di informatica presso l’Università di Linköping
Fanny Hidvegi, Responsabile delle politiche europee
Eric Hilgendorf, Professore di diritto penale, procedura penale e filosofia giuridica
Klaus Höckner, Membro del consiglio di amministrazione dell’Associazione austriaca Supporting the Blind and Visually Ipaired. Di seguito il link per visualizzare l’elenco completo:
https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/high-level-group-artificial-intelligence
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Perché comporre una lista così lunga e variegata?
La Commissione ha dichiarato di poter presto annunciare “un piano coordinato sull’intelligenza artificiale” entro la fine dell’anno e che si inserisce su una vera e propria strategia europea globale.
“Come ogni tecnologia che ha un impatto diretto sulla vita e sul lavoro delle persone, l’emergere dell’I.A. solleva anche preoccupazioni legittime, che dovrebbero essere affrontate per creare fiducia e aumentare la consapevolezza. Dato l’ampio impatto che l’I.A. dovrebbe avere, è essenziale la piena partecipazione di tutti gli attori, comprese le imprese, gli accademici, i responsabili politici, le organizzazioni dei consumatori, i sindacati e altri rappresentanti della società civile“.
Il forum multi-stakeholder è anche inteso per stabilire un gruppo direttivo a supporto del progetto Alleanza Europea per l’intelligenza artificiale, che includerà una piattaforma online per consentire a chiunque voglia partecipare, di scriversi e commentare la discussione in atto.
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Scopo e strategie del gruppo di alto livello
L’intento è quello di ricevere un discreto consenso europeo su come rispondere alla miriade di sfide socio-economiche ed etiche che scaturiscono dal sempre più largo utilizzo di tecnologie autonome.
I compiti specifici per il gruppo saranno quelli di “affrontare sfide e opportunità a medio e lungo termine correlate all’IA, alimentando al tempo stesso lo sviluppo delle politiche, la valutazione legislativa e la strategia digitale di prossima generazione“. Il gruppo incaricato dovrà quindi proporre una bozza di linee guida sull’etica dell’I.A,. in particolare su temi che trattano equità, sicurezza, trasparenza, futuro del lavoro, democrazia e più in generale l’impatto sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali, tra cui la privacy e la protezione dei dati personali, la dignità, la protezione dei consumatori e la non discriminazione. Lo scopo finale resta quello di sviluppare “ulteriori meccanismi di coinvolgimento e sensibilizzazione per interagire con un gruppo più ampio di parti interessate nel contesto dell’Alleanza A.I., condividendo le informazioni e raccogliendo il loro contributo a servizio dell’Unione”.