L’ennesimo scossone emotivo, quello seguito al crollo del viadotto dell’A6 Madonna del Monte, potrebbe spingere il governo al fatico passo, quella revoca delle concessioni per le autostrade ad Atlantia, società del gruppo Benetton, della quale si è già discusso tante volte in passato, soprattutto sull’onda della rabbia per la tragedia del Ponte Morandi lo scorso Ferragosto. In prima linea, da sempre, il Movimento Cinque Stelle, con il capo politico Luigi Di Maio che anche di recente era tornato all’attacco della società. Una situazione forse vicina allo sblocco.
Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti, pur mantenendo toni più pacati si è mostrato in linea con quanto detto dal ministro degli Esteri, dichiarando che “l’iter per la revoca della concessione ad Atlantia non si è mai interrotto”. Conte ha poi specificato che se la magistratura riconoscesse la responsabilità di Atlantia nella caduta del Ponte Morandi si arriverebbe facilmente a una caducazione, ovvero l’annullamento dell’atto giuridico attraverso il quale è stata data la concessione al gruppo Benetton.A seguito degli ultimi incidenti legati al maltempo, con la chiusura della tratta dell’A26, Paola De Micheli, ministra dem delle Infrastrutture e dei trasporti, ha convocato i vertici di Autostrade per stabilire interventi per garantire la sicurezza e ripristinare la viabilità. Un incontro dal quale non sono uscite prese di posizione in merito a una possibile revoca delle concessioni ma la sensazione è che la stessa ministra, un tempo lontana dalle posizioni grilline, si sia ora avvicinata ai pentastellati.
Durante un question time di pochi giorni fa alla Camera la De Micheli aveva non a caso detto che il governo avrebbe proseguito con la linea del precedente esecutivo e, quindi, alla revoca delle concessioni autostradali. Un passaggio sul quale il Pd non è ancora compatto ma che andrebbe a sposarsi con il piano per riavviare il rilancio delle infrastrutture del governo. La riforma, già approvata dall’Art (Autorità dei Trasporti) prevede che, a fronte degli alti ricavi delle società autostradali dovuti al maggior traffico, ci sia una parallela riduzione del costo dei pedaggi. Il nodo da sciogliere è soltanto quello della conferma o meno delle concessioni ad Atlantia.
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