Alberto Genovese ha agito sempre “in condizioni vigili lucidità”, mai sotto effetto di alcol o altre sostanze, come chiedevano invece di appurare i suoi difensori, è “apparso lucido e orientato sin dalle ore immediatamente successive ai fatti”.
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Spiegano questo le motivazioni del gup di Milano, Chiara Valori, che ha reso pubbliche le motivazioni della condanna a 8 anni e 4 mesi di carcere per il “re delle startup”, Alberto Genovese.
Due modelle, di 18 e 23 anni, avevano denunciato Genovese, oggi 52enne, per averle drogate con un mix di sostanze diluite a loro insaputa nei loro drink e averle violentate alla Terrazza Sentimento di Milano e a Villa Lolita di Ibiza nel 2020.
Per il gup, “Lo scopo perseguito è stato sempre evidentemente quello della ricerca del massimo piacere personale” e le immagini delle telecamere di sicurezza nei luoghi dove sono avvenuti gli stupri hanno dimostrato come lui “abbia sempre agito in condizioni vigili, mentre l’unica che versava in uno stato di sostanziale incoscienza” era la modella 18enne, nel caso di Terrazza Sentimento.
Per il gup, la lucidità di Genovese che fa cadere la tesi difensiva è confermata dal fatto che dopo gli abusi ha cercato “di far sparire le registrazioni video” e ha consegnato “8mila euro a Daniele Leali per mettere a tacere” la vittima. Inoltre, “tra il 4 e il 5 novembre ha anche pagato del denaro” a un’altra ragazza, sembra, “per analoga ragione”.
In definitiva, il gup sentenzia che “non può dirsi in alcun modo dimostrato che il particolare funzionamento psichico di Alberto Genovese”, riferendosi all’ipotesi di un disturbo bipolare avanzato dai difensori, che sia mai “evoluto in un disturbo della personalità, né vi è prova che ciò lo abbia incolpevolmente indotto alla tossicomania”.
Ciò che, invece, risulta “in modo palese” è che le sue condotte, ma anche quelle dell’ex fidanzata condannata a 2 anni e 5 mesi per concorso nella violenza di Ibiza, “siano state pesantemente condizionate dall’uso massiccio e prolungato di stupefacenti”