Il “piano casa” proposto dal ministero delle infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, mira a sanare le piccole difformità e irregolarità strutturali che interessano una vasta parte del patrimonio immobiliare italiano. Questo pacchetto di norme è destinato a regolarizzare situazioni che attualmente limitano i diritti dei proprietari nelle fasi di vendita o acquisto delle proprietà. Il pacchetto di norme dovrebbe essere applicato a difformità che non compromettono la sicurezza strutturale degli edifici o l’integrità del tessuto urbano. Pertanto, il mini-condono sarà probabilmente limitato a irregolarità di natura minore, che non hanno un impatto significativo sulla stabilità o sicurezza delle costruzioni. In sintesi, il “piano casa” di Matteo Salvini offre una soluzione a lungo termine per molte problematiche legate alle piccole irregolarità edilizie, permettendo una gestione più semplice e legale delle proprietà immobiliari e favorendo la trasparenza e la sicurezza nel settore immobiliare. Chi potrà beneficiare di questo “piano casa”?
Filippo Caleri su Il Tempo spiega che il “piano casa” di Matteo Salvini si concentra su difformità edilizie di natura formale, legate a incertezze interpretative della disciplina vigente. Queste difformità riguardano modifiche interne alle unità immobiliari, come tramezzi e soppalchi, e cambi di destinazione d’uso tra categorie omogenee. Il piano considera anche le tolleranze costruttive, proponendo una revisione inversamente proporzionale alle dimensioni dell’unità immobiliare del limite del 2% per parametri edilizi come altezza e cubatura.
Per gli immobili datati senza l’ultimo titolo edilizio, le nuove norme mirano a facilitare l’accertamento dello stato legittimo anche in assenza di documenti. Attualmente, si possono usare titoli d’acquisto o rilevamenti aerei. La SCIA in sanatoria e il pagamento di una sanzione permetteranno di regolarizzare modifiche conformi alle norme passate ma non a quelle attuali, superando il principio della “doppia conforme”. Ad esempio, una casa con metratura più ampia rispetto al titolo edilizio dell’epoca sarà sanabile.
Secondo Repubblica, il decreto mira a risolvere il problema delle “varianti in corso d’opera” non disciplinate prima del 1977. Si tratta di immobili costruiti oltre 47 anni fa con variazioni rispetto al titolo originario, come spostamenti di finestre o aggiunta di piani. Queste variazioni, non normate all’epoca, potrebbero costituire un problema in caso di compravendita. L’obiettivo del decreto è consentire la sanatoria di tali modifiche, migliorando la certezza legale degli immobili.