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Confcommercio contro il governo: “Se aumenta l’Iva salta tutto”

Confcommercio avvisa il governo, senza troppi giri di parole, in un momento di grande agitazione all’interno della maggioranza. Durante l’assemblea annuale andata in scena a via della Conciliazione, a Roma, il presidente Carlo Sangalli è infatti andato dritto al punto sulla manovra e sui conti pubblici, mettendo in fila i rischi legati a un aumento dell’imposta.

Il messaggio è chiaro: “Basta stanchezza e mancanza di coraggio”. Che lo stop all’aumento dell’Iva sia il cavallo di battaglia di Confcommercio è cosa nota e legata ovviamente alla tutela dei suoi associati. Quello che è nuovo è il tono delle parole di Sangalli, che esattamente un anno fa, dallo stesso palco e con il governo di Lega e 5 stelle nato da pochi giorni, aveva già avvisato i due vicepremier: “Sull’Iva non si tratta e non si baratta”.

Un anno dopo, e con una nuova campagna elettorale appena conclusa ma con un esecutivo al rallentatore, le parole diventano pietre, ancora più dure e perentorie. Perché il rischio che l’Iva aumenti si avvicina: se il governo non troverà soluzioni alternative, credibili e sostenibili, le aliquote andranno su tra sei mesi. Ecco allora l’affondo del presidente di Confcommercio contro il governo: “Non possiamo accettare che si aumenti l’Iva per stanchezza, per mancanza di coraggio, per una sorta di inceppamento intellettuale che si arrende alla sfiducia, all’incapacità di progettare strategie alternative. Che si arrende all’opzione peggiore: quella, insomma, di aumentare le tasse”. Di Maio ha promesso, ricordando gli impegni di un anno fa: “L’anno scorso sono venuto a dirvi che l’Iva non sarebbe aumentata a dicembre e allo stesso modo vi dico che non aumenterà nella legge di bilancio del 2019 sul 2020. Non lo dico come annuncio, ma sulla scorta di quello che abbiamo fatto su altre cose”. La considerazione di fondo è che comunque è l’Europa a sbagliare: “Queste lettere sono paradossali, se fai sempre le stesse cose e ti aspetti un risultato differente o sei in malafede o non competente” chiosa alzando il tono della voce.

Quello su cui Sangalli insiste è invece la marcatura dei rischi legati all’aumento dell’Iva. Oggi l’Italia è in stagnazione: non c’è la recessione, è vero, ma se si aumenta l’imposta allora l’effetto negativo sul Pil sarà dello 0,5%: considerando che la stima di crescita per il prossimo anno è di +0,5%, la matematica non fa sconti. Il rischio è la crescita zero, il Paese in crisi.

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