“Non possiamo togliere l’ossigeno al Sud proprio quando si cominciava a respirare”. Parole durissime, quelle pronunciate dal vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali e per le politiche di coesione Stefan Pan, che ha fatto ricorso a questa metafora per mettere in guardia il governo e la sua manovra, che “non vede cosa sta funzionando al sud, come il credito di imposta per gli investimenti che rischia di essere depotenziato, spingendo invece su un approccio assistenzialista che non crea crescita e lavoro”.
In un’intervista al Sole 24 Ore, Pan ha spiegato: “
Gli investimenti dell’industria nel triennio sono raddoppiati ogni anno: passando dal +3% del 2016 a oltre il 17% del 2017 fino al 14,9% stimato per il 2018. Questo significa che misure come il credito d’imposta sugli investimenti al sud e quelle per sostenere l’export funzionano bene lì dove ci sono aziende strutturate. Ora la manovra toglie milioni al credito d’imposta al Sud. È incredibile che si depotenzi uno strumento che ha funzionato bene e che sta generando 6 miliardi di investimenti. Non è cosa da poco”.Il rischio è quello di avere “una stretta di liquidità frenando uno strumento che è doppiamente vincente perché premia chi investe e lo premia in modo automatico senza burocrazia come abbiamo sempre chiesto. E poi c’è il taglio da 1,65 miliardi ai fondi coesione. Con che impatto? C’è un sicuro impatto negativo sugli investimenti pubblici, che già sono al minimo storico al sud e che in questo modo con certezza scenderanno ancora. Inoltre, facendo così rischiamo di non potere utilizzare risorse europee”.“Andare a toccare questo meccanismo adesso è un gioco d’azzardo, nato dall’esigenza tra l’altro di trovare coperture per misure che non creano crescita e lavoro. Da quello che si capisce finora il reddito cittadinanza non è un ponte verso il lavoro e i giovani. E quota 1oo non è automatico che crei nuovi posti di lavoro. Quello che serve invece è dare forza alle imprese perché è il luogo dove si crea lavoro. Le imprese si aprono quando ci sono incentivi: per questo bisogna lavorare sul cuneo fiscale. Servono misure shock per fare entrare giovani nelle imprese che sono le prime che non vogliono farseli scappare”.
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