A Verona il 29 marzo andrà in scena il “Congresso mondiale delle famiglie”, promosso anche dal medievale ministro Fontana che aveva ottenuto, in un primo momento, il logo della presidenza del Consiglio per patrocinare il tutto. In serata, però, Palazzo Chigi ha deciso di revocare l’utilizzo del logo. Insomma, dopo le recenti polemiche, la vicenda del congresso e del patrocinio della presidenza del Consiglio è ben lungi dall’esserci conclusa. Nei giorni scorsi l’esecutivo aveva già preso le distanze dalla manifestazione promossa da associazioni pro life, conservatrici e anti Lgbtq e appoggiata dal ministro leghista della Famiglia Lorenzo Fontana.
“Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro”, si leggeva in una nota, “attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la Presidenza del Consiglio”. L’evento è fissato per il weekend del 29-31 marzo e, da programma, è prevista la presenza del vicepremier Matteo Salvini, nonché dei ministri Fontana e Bussetti. In contemporanea la rete femminista di Non una di meno organizzerà una tre giorni di incontri sui diritti delle donne.
Per tre giorni, dunque, queste persone si ritroveranno a Verona. Associazioni pro-vita, estremisti cattolici, anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi e attivisti contro i movimenti LGBT: i movimenti italiani si ritroveranno con i più autorevoli esponenti stranieri delle stesse correnti. Ci sarà Dimitrij Smirnov, che è un importante esponente della Chiesa ortodossa russa. Parlando di chi sostiene l’aborto ha affermato che “questi cannibali devono essere spazzati via dalla faccia della terra”. E inoltre “uomo e donna non sono uguali. La propaganda ha spinto la donna fuori casa instillando in lei pensieri nocivi”.
Ci sarà anche l’’attivista nigeriana Theresa Okafor, che in un paese dove 3 milioni di persone vivono con l’HIV ha condannato la contraccezione e i rapporti sessuali protetti, perché “l’aspetto di unione e procreazione del sesso non deve cambiare altrimenti porterà a promiscuità e omosessualità”.
Brian Brown, invece, è presidente dell’Organizzazione Internazionale della Famiglia, è il promotore del divieto di celebrare matrimoni omosessuali in California. Recentemente ha paragonato la rivisitazione della famiglia tradizionale alla normalizzazione della pedofilia. Ci sarà anche Alexey Komov, presidente onorario dell’associazione Lombardia-Russia che ha affermato che “lo stile di vita omosessuale non è salutare”.
Ha giustificato la sua posizione spiegando che “Ci sono diverse statistiche che mostrano che il tasso di mortalità tra le persone omosessuali è 10 o 20 volte più elevato. I gay sono più colpiti da depressione, suicidi e abuso di sostanze, quindi il loro stile di vita non è dei più salutari”. Secondo lui, la teoria di genere e le politiche a tutela dei diritti degli omosessuali diffuse in occidente sono una nuova forma di “totalitarismo”. In Russia invece, l’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole “È un complotto di Soros”. E te pareva… Insomma, un bel parterre: tutto su suolo italico. Anno domini 2019. Amen.
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