Giorgia Meloni era arrivata gravida di belle speranze al Consiglio europeo programmato a Bruxelles. Nel corso della riunione i 27 Stati membri dell’Ue avrebbero dovuto raggiungere un accordo sul tema dei migranti e della loro redistribuzione. Ma, contrariamente alle promesse della premier italiana, alla fine il predetto accordo è saltato. Soprattutto per responsabilità dei governi di Ungheria e Polonia, teoricamente alleati di quello di centrodestra italiano, che hanno puntato i piedi facendo saltare il banco.
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Niente accordo al Consiglio europeo: la sconfitta della Meloni sui migranti
Il Consiglio europeo si è dunque concluso senza adottare le agognate conclusioni sulla migrazioni. Ci sarà invece una dichiarazione del presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Sul tema dei migranti, quindi, un accordo a 27 non sembra essere stato raggiunto. Con buona pace di Giorgia Meloni che ci aveva sperato tanto.
Dopo una interminabile notte di discussioni a Bruxelles, dunque, i governi di Polonia e Ungheria hanno posto il veto sul capitolo delle conclusioni dedicate alla migrazione. E così Giorgia Meloni viene isolata in Europa anche con la fondamentale complicità di quelli che dovrebbero essere i suoi alleati: il premier ungherese Viktor Orbán e quello polacco Mateus Morawiecki. L’ultimo Consiglio europeo in pratica si è rivelato un fallimento.
Insomma, Polonia e Ungheria non accettano il nuovo Patto sulla gestione dei migranti, approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio Affari Interni in Lussemburgo. “Bruxelles spinge per un testo pro-immigrazione, mentre il duo polacco-ungherese combatte e resiste insieme: una grande battaglia è in corso al Consiglio europeo sul Patto sulla migrazione”, attacca su Twitter Balázs Orbán, direttore politico del premier ungherese Viktor Orban. Non una bella notizia per il governo italiano di Giorgia Meloni che, infatti, poche ore dopo dovrà incassare il mancato accordo sui migranti nel Consiglio europeo. Ora il governo italiano di centrodestra si trova nei guai, vista già la sua totale incapacità di fare fronte agli sbarchi di centinaia di migranti sulle nostre coste che si verificano ogni giorno.
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